Il dramma di Glei Mashi, sorriso spento dal tumore

Se n'è andata troppo in fretta, Glei. Strappata da un male terribilmente aggressivo alla gioia ed alla leggerezza dei suoi diciassette anni. Una storia triste, la sua. Di più: di quelle che non possono portare a chiedersi il perché al mondo debba esserci spazio per una crudeltà cieca, senza ragioni, senza scampo, come questa. Era poco più che una ragazzina, Glei Mashi: da anni con la sua famiglia si era trasferita a Levico dalla natia Albania e proprio nel centro della Valsugana Glei si era ambientata, frequentando il locale Istituto comprensivo e dedicandosi con successo non solo agli studi, ma anche all'attività sportiva nell'ambito scolastico, dato che si cimentava sempre con entusiasmo anche nelle varie «Feste dello sport».


Poi, le superiori e la scelta dapprima dell'istituto per odontotecnici poi, nel settembre scorso, quella di iscriversi all'istituto d'arte e liceo artistico «Vittoria», a Trento. «Era qui appena da quest'anno ma si era inserita rapidamente - racconta il dirigente vicario Antonio Bari - ed in classe si trovava benissimo con i compagni. Aveva frequentato le lezioni regolarmente fino a quando le terapie glielo avevano permesso, diradando le presenze ad inizio 2015. Ma nelle ultime settimane era a scuola regolarmente, si opponeva fieramente alla malattia».


Glei non voleva darla vinta a quel male: voleva che la sua vita proseguisse come quella di tanti coetanei, nonostante sul finire dello scorso anno - a seguito di malesseri - la diagnosi era stata impietosa: a tormentarla era un tumore. Erano seguite visite, accertamenti, trattamenti, finché un paio di mesi fa era giunta l'operazione. Glei era seguita dal reparto di oncologia del Santa Chiara in equipe con colleghi medici di Milano. Fino a tre settimane fa, la sua sembrava essere una brutta storia destinata ad un lieto fine. Glei Mashi era stata sottoposta positivamente ad intervento ed aveva potuto tornare a casa.


Ma una decina di giorni fa è iniziato un nuovo calvario: gli accertamenti avevano evidenziato un nuovo peggioramento, al quale lei e la sua famiglia avevano reagito con grande grinta e dignità, tanto che su Facebook la bacheca di Glei parlava di una vita serena, piena di foto, sorrisi, appuntamenti a cui prendere parte con gli amici. Alcuni, ignari di tutto, sarebbero andati a trovarla anche ieri pomeriggio. Invece no: già alla fine della settimana scorsa tutto il quadro si era svelato nella sua ferocia: situazione irreparabile. Glei ha trascorso il fine settimana in casa con i suoi cari e ieri mattina è giunta al Santa Chiara, dove i medici che l'avevano amorevolmente seguita per settimane non hanno potuto che arrendersi. Se n'è andata prima che il sole fosse alto nel cielo di mezzogiorno.


La notizia è stata data a scuola direttamente dalla madre di Glei, che ha telefonato. Nella sua classe quando i professori hanno dato l'annuncio, è calato il gelo che solo un grande dolore ed una incredulità senza fine possono creare. Domani alle 10, presso la casa di riposo di Levico si terrà un momento di saluto. Poi Glei verrà trasferita a riposare là dove la sua famiglia aveva le sue radici, oltre l'Adriatico. Lasciando tanti con la morte nel cuore anche su questa sponda, tra quelle montagne che ha potuto scrutare per così poco tempo.

comments powered by Disqus