Passo Rolle, impianti chiusi per protesta

Ci sono impianti che durante la stagione chiudono per mancanza di neve, altri per il troppo vento. Ma seggiovie chiuse per protesta, ancora non se n’erano viste.

È successo domenica a passo Rolle. Una giornata ventosa, certo, ma non così tanto da dover abbassare le serrande delle biglietterie. La ragione, è stata da ricercare in quello che ormai rappresenta un incubo per gli operatori del valico che unisce la val di Fiemme, le foreste di Paneveggio ed il Primiero: la chiusura della statale che sale al passo da San Martino di Castrozza.
Come nel fine settimana, con la strada statale 50 che, dopo un primo distaccamento nevoso nel pomeriggio di venerdì, è rimasta chiusa anche nelle giornate di sabato e domenica. Così, l’altro ieri, in una giornata strepitosa, con ogni carosello trentino affollato, al Rolle sembrava di essere stati catapultati sul set di un film western: tutto candido, certo; l’impareggiabile cornice del Cimon e delle altre cime, per carità; ma, per la strada e tutt’attorno, il deserto. Impianti fermi, i turisti delle strutture ricettive presenti al passo, andati a sfruttare la giornata altrove, probabilmente a godersi le nevi di Bellamonte o del Lusia o gli itinerari verso il Colbricon o la val Venegia. Per strada, manco un’anima, o quasi. Nei bar, operatori e maestri di sci ad ammazzare il tempo desolatamente, aspettando l’arrivo della sera.

La protesta. L’annuncio dello stop agli impianti del passo era stato dato sabato pomeriggio: «Comunichiamo che, a causa della chiusura della strada del Passo Rolle, domani domenica 8 febbraio gli impianti del passo rimarranno chiusi. Cordiali saluti».
Questa l’email del Consorzio impianti a fune San Martino di Castrozza e passo Rolle. Apparentemente una semplice comunicazione di servizio ma, come ha spiegato il presidente del consorzio Paolo Boninsegna, condita di una buona dose di polemica: «Certo, è stata una forma di protesta. Spiacevole, perché sappiamo che al passo ci sono gli ospiti degli alberghi e io sono il primo ad arrabbiarmi quando un’opportunità, come quella data dagli impianti, non viene garantita. Ma non potevamo far altrimenti. Tutti gli anni è sempre la stessa storia e questa volta abbiamo deciso di prendere provvedimenti. Fino ad ora non avevamo mai fermato gli impianti per la chiusura della strada, nonostante i 72 giorni di chiusura della strada della scorsa stagione invernale. Ma abbiamo ritenuto che ora fosse il momento di farlo. Rimettendoci anche del nostro. Con un tempo come quello di domenica avremmo potuto raccogliere 20-25mila euro di skipass. Ma non potevamo più fare come se nulla fosse. Dal versante di San Martino arriva il 90% della nostra utenza, da Predazzo, con la presenza di Bellamonte appena il 10%. E capiamo le esigenze di sicurezza, ma qualche cosa si deve fare. Ripeto: 72 giorni in una stagione, come quelli dell’inverno scorso, sono un’enormità».

Allargano le braccia anche gli albergatori del passo: «Per noi la chiusura è una batosta e qui si passa da una batosta all’altra - spiegano dal «Venezia» - anche perché un conto è se si riescono ad avvisare i clienti prima che arrivino a San Martino. Ma quando sono laggiù e trovano la strada chiusa, non hanno alternative. O vanno ad Agordo e Falcade per il Valles, o scendono e si fanno la Valsugana e poi la val di Fiemme. Capite da voi la situazione».

Niente opere stradali all’orizzonte. Una situazione grave, ma a quanto pare nulla cambierà fino alla realizzazione della funicolare da Prà delle Nasse al passo, come spiega il responsabile del Servizio strade della Provincia Raffaele De Col: «Le dolomie della zona ed il costo elevato, di 15-20 milioni di euro al chilometro, rendono impossibile pensare a gallerie. Finora si è sempre intervenuti puntualmente a ripristinare le condizioni di sicurezza della statale con cantonieri e campana e fino alla messa in campo di soluzioni alternative - come la funicolare - le cose non potranno che andare avanti così».

Strada riaperta. È arrivata ieri l’ordinanza che annulla la chiusura della strada del Rolle dopo le valanghe dei giorni scorsi in località Malga Fosse. Il sopralluogo della Commissione valanghe di ieri mattina ha avuto esito positivo ed il sindaco di Siror Walter Taufer ha potuto dare il via libera, annullando la precedente ordinanza del 6 febbraio, alle ore 16.
Resta comunque il problema: il tratto più pericoloso (con il pendio sopra Fosse) è sempre esposto al pericolo di slavine in caso di precipitazioni nevose.

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