Nuova Valsugana, Venezia rilancia il progetto ma anche in Veneto molti si oppongono

di Massimo Dalledonne

Il progetto di finanza della «Nuova Valsugana» assomiglia sempre più ad un'araba fenice. Proprio quando la proposta sembrava oramai arenata, ecco che risorge dalle ceneri dello scandalo Mose in cui è coinvolta una delle società del pool di aziende promotrici, la Mantovani.
Ma andiamo con ordine.

Lo scorso anno il Via nazionale aveva approvato il progetto preliminare, quello licenziato dalla commissione Via del Veneto, rigettando molte delle osservazioni che erano state proposte dai diversi Comuni della Valbrenta. Nei giorni scorsi, a tutti i Comuni della Valbrenta, è arrivata una nota, con tanto di «rendering» del progetto ottimizzato, dal Dipartimento riforma settore trasporti - Sezione strade autostrade e concessioni della Regione Veneto.

Si parla di un tracciato complessivo di 27 chilometri con innesto a Castelfranco Veneto ed uscita in località Pian dei Zocchi nel comune di Cismon del Grappa.

La Regione Veneto fin dal 2011 valuta l'arteria stradale «di pubblico interesse», soggetta al project financing per un costo indicativo di 731 milioni di euro (iva esclusa) a carico del pool di ditte promotrici: oltre alla già citata Mantovani anche le tre società per azioni Pizzarotti, Cis e Cordioli che potranno gestire la strada a pedaggio per ben 43 anni. Ci vorranno sei anni e quattro mesi di lavoro per completare l'opera con il primo tratto funzionale - a una corsia per senso di marcia con innesto a sud della futura Superstrada Pedemontana a Castelfranco fino a Romano d'Ezzelino - pronto dopo tre anni e quattro mesi. È il tratto meno impegnativo dal punto di vista economico e tecnico. Toccherà poi al secondo, in tutto 18 chilometri di cui 11-12 in galleria sino a Pian dei Zocchi.

Quello di pochi giorni fa è, insomma, un ulteriore passo avanti del pool di aziende che hanno accolto le prescrizioni del Via nazionale. Ora spetta ai Comuni valutarne l'impatto urbanistico e dare il loro parere definitivo. Quanto prima verrà convocata una conferenza dei servizi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a cui parteciperanno tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti dal progetto di finanza


Lunedì sera se ne è discusso in occasione dell'assemblea del comitato «No Nuova Valsugana» nella saletta polivalente a Solagna: presenti anche tutti i gruppi della Valbrenta.
È servita dunque a poco nei mesi scorsi chiedere, con una lettera al premier Matteo Renzi di sostituire il project financing della Nuova Valsugana con il vecchio progetto di ammodernamento della strada statale 47.

Così come i dubbi, dichiarati pubblicamente, sulla Nuova Valsugana da parte del nuovo assessore regionale ai trasporti Elena Donazzan che punta decisamente al completamento della Valdastico Nord e che in gennaio incontrerà gli amministratori e gli operatori economici del Bassanese che della Valbrenta.

Gli stessi amministratori che, dopo mesi di stagnazione del progetto, si trovano a dover dare delle nuove risposte alla giunta veneta. Ma l'idea non cambia. E non solo perché il secondo lotto del progetto ottimizzato taglia in due il Bassanese con una impattante galleria sotto il monte Grappa. Da Bassano in poi, in direzione Trento, la proposta di finanza della Nuova Valsugana non piace proprio a nessuno. Non solo ai Comuni, ma a tanta gente. Ed è quello che è stato ribadito anche lunedì sera a Solagna.

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