Vandali / L’intervista

Autovelox abbattuto, non si placa l’indignazione: “La politica strizza l’occhio ai trasgressori”

Parla Giordano Biserni, il presidente dell'Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale (Asaps): "Siamo esterrefatti, ma l'humus politico di oggi è favorevole verso comportamenti del tipo "fleximan". L'anno scorso abbiamo visto il ministero dei Trasporti che nel presentare il nuovo codice della strada ha utilizzato una slide dal titolo basta autovelox-truffa”

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di Matthias Pfaender

ISERA. Giordano Biserni è il presidente dell'Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale (Asaps).  «È qualcosa che ci lascia sempre esterrefatti».

Come si spiega la solidarietà verso quello che comunque è di fatto un crimine?

«Questo è il Paese dove fino a poco tempo fa diversi automobilisti sfanalavano per avvertire della presenza delle pattuglie delle forze dell'ordine, senza pensare che così facendo magari stavano avvisando ladri o rapinatori. Questo era il livello di maturità di questo Paese, e questo è ancora purtroppo».

C'è chi dice che stia addirittura peggiorando.

«Beh, l'humus politico di oggi è molto favorevole verso comportamenti del tipo "fleximan". Insomma, l'anno scorso abbiamo visto il ministero dei Trasporti (ministro Matteo Salvini, ndr) che nel presentare il nuovo codice della strada ha utilizzato una slide dal titolo "basta autovelox-truffa"».

Proprio dal ministero si attende ancora il nuovo decreto autovelox.

«Attendiamo da tredici anni questo decreto. È giusto provare a mettere ordine, e che il alcuni Comuni, non in Trentino, ci possa essere anche stato l'obiettivo di fare cassa. Ma attenzione che le nuove regole non rendano impossibile fare i controlli. Siamo l'unico Paese in Europa che porta avanti una battaglia contro questo strumento».

Il sindaco di Isera ha già preannunciato che l'autovelox sarà riposizionato.

«Bene. Ma vorrei invitare le autorità trentine e le forze dell'ordine ad accompagnare all'utilizzo dell'autovelox anche la presenza contestuale delle pattuglie, che fermino subito chi viaggia oltre i limiti di velocità. Così da non permettergli di salvare i punti della patente dicendo dopo che alla guida c'era la nonna 85enne».

È una questione culturale? Siamo un popolo "naturalmente" propenso ad infrangere le regole?

«Mah, non generalizzerei. Credo che però ci sia certamente una sottovalutazione del problema».

Ci dia qualche dato.

«Dall'inizio dell'anno ci sono stati 90 pedoni morti sulle strade italiane nell'immediatezza del fatto, e 30 ciclisti, sempre nell'immediatezza del fatto. Quindi i morti saranno certamente di più, ma esulano dalle nostre statistiche. L'anno scorso 440 pedoni morti e 197 ciclisti. L'Italia conta 54 morti per milione di abitanti all'anno, la media europea è di 46. Di fronte a questi numeri, l'idea che ci sia chi plaude a chi elimina apparecchi installati per limitare la velocità sulle strade lascia sgomenti. E le prospettive sono anche peggiori».

Cioè?

«Siamo su una china pericolosa. Se si inizia a parlare di "vessazioni" dello Stato per gli autovelox, cosa impedisce di portare questa forma di ragionamento su altri obiettivi? Come per esempio il fisco? E allora cosa si fa? Si assaltano gli sportelli dell'Agenzia delle entrate? Purtroppo il momento storico in Italia non è favorevole. Questa politica strizza l'occhio ai trasgressori e agli evasori. Vorrei proprio poter parlare con uno di questi "fan" di Fleximan e chiedergli se, appena varcato il confine con la Svizzera o l'Austria, si permette di guidare oltre i limiti di velocità. No che non lo fa, perché sa che se lo fermano lì con le Forze dell'Ordine ha poco da scherzare».

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