Festività / Tradizioni

Armando Migliarini, il Babbo Natale lagarino a 81 anni: «Così incanto i bambini»

Con costume rosso e barba bianca gira scuole ed asili: «C’è leggerezza, racconto fiabe e faccio i quiz. Ma purtroppo tanti bimbi le fiabe non le sanno più. E allora li spedisco dai genitori a farsele leggere»

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VALLAGARINA. Babbo Natale esiste e, soprattutto, gira per gli asili della città di Rovereto e dei paesi lagarini a distribuire regali rari ai bambini, preziosi doni che rischiano di perdersi archiviando la memoria. 

Il Babbo Natale «volontario», comunque, si chiama Armando Migliarini, ha 81 anni ed un passato di attore e animatore di Filodrammatica. Da vent’anni ininterrotti nel periodo natalizio, però, recita un ruolo importante, quello di Babbo Natale. E lo fa con il sorriso sulle labbra e con lo sguardo dolce che solo un nonno può permettersi. 

Vestito con il tradizionale abito rosso e la folta barba bianca, Armando intrattiene i piccoli delle scuole materne e racconta loro fiabe ma, soprattutto, com'era la vita in questa valle negli anni difficili. «Mi piace fare il Babbo Natale - ammette candidamente Migliarini - perché in parte mi consente di tornare bambino, ma soprattutto mi permette di spiegare ai piccoli aspetti della Vallagarina che fu che non sanno. E mi aiuta a tenere vivo questo mito che, purtroppo, con gli anni sta scomparendo».

L'incontro, ovviamente, è tutt'altro che pesante. «No, ci mancherebbe! C'è molta leggerezza. Di solito propongo agli asilotti un quiz sulle fiabe, per capire se le conoscono. Cito un esempio: "Una fiaba con quattro personaggi; vi racconto delle cose e voi mi dite quale fiaba è. Siamo in due: che occhi grandi che hai... Per guardarti meglio". Cos'è? E avanti con Cappuccetto Rosso ma anche Pinocchio, Cenerentola e altre favole storiche».

Le conoscono? «Non tutti a dire il vero: alcuni bambini rispondono, altri no». E quindi? «Quindi li invito a chiedere ai loro genitori di farsi leggere le fiabe».

Il nostro Babbo Natale, però, pesca anche dal baule dei ricordi. «Certo! Tiro fuori monete antiche, vecchie insomma. Non sanno cosa sono, chiaramente, ma a loro piace molto quando ne racconto la storia e l'evoluzione, con parole semplici ovviamente. Ma mi piace anche spiegare i termini dialettali o chiedere se sanno cosa sono le "arele"? Non lo sanno, chiaro. Allora li invito a chiedere ai loro nonni: "Fatevi raccontare come si viveva in Vallagarina 100 anni fa, e come si mangiava". E lo racconto io, ricordo quando c'era la miseria nera, senza forzare i toni».

E la reazione? «Bella, i bambini rimangono incantati, sono molto attenti a sentire Babbo Natale che racconta la storia della Vallagarina. E ricordo loro che "io non l'ho vissuta la miseria perché sono Babbo Natale e al Polo Nord siamo ricchi, ma qui no"».

Dopo lo scambio di auguri con i ricordi il gran finale è un tuffo in... avanti, nella modernità: un selfie dei bambini con il dispensatore «mondiale» di doni.

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