Social / Il caso

Insulti su Facebook al sindaco di Avio: perdonata con 50 euro

Il contenzioso è andato avanti per oltre tre anni e la signora che aveva attaccato a male parole Avio ha deciso adessi di chiedere formalmente scusa con una lettera e di versare 50 euro all'Emilia. Il prossimo 20 settembre, dunque, il procedimento sarà archiviato

AVIO. I social network, da qualche anno in qua, hanno tolto dal torpore i commentatori da divano. Ogni notizia pubblicata online si porta infatti appresso reazioni spesso e volentieri sopra le righe, nel senso di diffamatorie o comunque ingiuriose. La risposta, specie degli enti pubblici, comincia a farsi sentire con denunce alla polizia postale e quindi querele ai diretti responsabili individuati nella rete.Ne sa qualcosa il Comune di Avio che, nell'ultimo lustro, per ben tre volte si è trovato costretto ad adire le vie legali per cercare di tamponare prese di posizione con insulti e dileggi di varia natura.

L'ultimo caso è finito a ruolo al tribunale di Bolzano il prossimo 20 settembre. Ma la lite, lo diciamo subito, non verrà discussa in aula perché la giunta aviense, in questi giorni, ha deciso di rimettere la querela dopo la lettera di scuse della commentatrice (la signora E.M.) e il risarcimento simbolico di 50 euro da devolvere agli alluvionati dell'Emilia Romagna.

Quest'ultimo «sfottò» (per usare un eufemismo) risale all'aprile del 2020. E a scatenarlo fu un'intervista rilasciata ad un quotidiano online da una coppia di padri di Avio che, dopo essere rientrati dall'estero con la loro bimba piccola, volevano iscriverla all'anagrafe del loro comune di residenza. Quell'atto, però, è stato negato perché, ricorda l'allora sindaco Federico Secchi, «la legge italiana non lo prevede. Ho sempre ripetuto che le regole vanno rispettate e per questo, da sindaco, mi sono sempre rifiutato di registrare i figli di due papà o di due mamme». La questione, però, come prevedibile ha sollevato un enorme polverone. In tutta Italia, d'altro canto, le battaglie per ottenere il riconoscimento di famiglia a genitori dello stesso sesso si susseguono e qualche tribunale ha pure acconsentito all'ingresso in anagrafe.

Tra i commenti più o meno «coloriti», in quel tempo, ne è spiccato uno di una donna altoatesina che ha sparato a zero contro Secchi. Di qui la decisione della giunta di dare mandare «al sindaco a sporgere denuncia-querela verso chi ha diffuso per il tramite dei social network, informazioni non corrispondenti al vero, fuorvianti, e per ciò stesso diffamatorie ed in quanto tali idonee a danneggiare l'immagine dell'amministrazione comunale nel suo complesso, con riserva di procedere, con successivo atto, alla costituzione di parte civile per il risarcimento degli eventuali danni che potrebbero derivare al Comune e di compiere tutte le attività ad essa connesse e collegate».

Il contenzioso è andato avanti per oltre tre anni e la signora che aveva attaccato a male parole Avio ha deciso adessi di chiedere formalmente scusa con una lettera e di versare 50 euro all'Emilia. Il prossimo 20 settembre, dunque, il procedimento sarà archiviato.«Ora su Facebook ora staranno più attenti. - commenta l'ex sindaco Federico Secchi - I social non sono il bar e non si può insultare sempre gli amministratori che si limitano a rispettare le leggi».

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