Ruderi / Reportage

Ex Alumetal, quella fabbrica di Mori abbandonata da 40 anni, ecco cosa c'è dentro (anche una favolosa vera galleria d’arte di strada) - TUTTE LE FOTO

I fotografi del collettivo «Luoghi abbandonati» sono entrati a documentare lo stato attuale: fra calcinacci e resti di macchinari, i «writer» lagarini si sono impossessati dei muri, ed il risultato è meglio della mostra di serigrafie di Banksy organizzata dal Mart

di Gigi Zoppello

MORI. La ex Montecatini-Alumetal di Mori l’abbiamo vista tutti (da fuori): passando in autostrada, impossibile non notare quel gigantesco stabilimento abbandonato da quasi mezzo secolo, che generazioni di politici hanno promesso di recuperare (con idee a volte fantasiose e strampalate). Un luogo vuoto, ma non deserto: evidentemente sono tanti i giovani che ci entrano notte e giorno. E lo hanno fatto diventare una interessante galleria di spray-art. Davvero spettacolare, certo più interessante della mostra di serigrafie (forse) di Banksy che il Mart ha organizzato a Trento.

Ad entrarci, stavolta, anche il team di fotografi di “Luoghi abbandonati”, un collettivo di professionisti che da anni fotografano i luoghi come questo, e ne pubblicano le immagini on-line.

Stavolta sono entrati alla Alumetal. «Per noi – scrivono – non si tratta di un nuovo luogo abbandonato. In questa fabbrica ci siamo stati anni fa, ma non sapevamo fosse così grande. Purtroppo le giornate invernali e la poca luce, non ci hanno permesso di fotografarla come speravamo. Ecco perchè siamo tornati per finire la visita e con queste nuove foto ve la faremo vedere al completo».

LE FOTO DELLA FABBRICA

Ex Alumetal di Mori: le foto di "Luoghi abbandonati"

Ex Alumetal di Mori: le foto di "Luoghi abbandonati": ecco cosa c'è dentro il grande rudere industriale. Comprese le straordinarie opere di spray-art dei writers

I lavori di costruzione dello stabilimento di Mori, lungo la sponda destra dell’Adige, ad opera della Società Italiana dell'Alluminio (SIDA), nata da un accordo tra la Montecatini e l'azienda tedesca Vereinigte Aluminium Werke (VAW), iniziarono nel 1926 e si conclusero due anni dopo.

Nel 1935, dalla rottura degli accordi tra la Montecatini e la società tedesca, nacque la Società Nazionale Alluminio (SNAL). Lo stabilimento passò successivamente alla Montedison e nel 1973 venne acquisito dalla EFIM e cambiò nome in Alumetal.

Nel corso della sua storia la Montecatini produsse anche danni ambientali, in particolare con il fenomeno delle “macchie blu” causato dall’ inquinamento prodotto dai propri impianti ,macchie azzurrognole che si propagarono prima sulle piante poi alle bestie, e infine all’uomo. Ne furono colpiti i residente soprattutto a sud, verso Chizzola. 

Provocati dalle emissioni nell'aria compromisero completamente la resa agricola delle terre. Negli anni Trenta e alla fine dei Sessanta, a fasi ripetute questo fenomeno portò alla sospensione della produzione e a scontri sociali tra lavoratori e persone colpite da queste manifestazioni. Con una dura lotta della popolazione affinché venisse sancito il nesso fra quelle malattie e la fabbrica.

Nel marzo 1983 la fabbrica di alluminio, smise di produrre e chiuse definitivamente i battenti. 

Da allora è iniziato il valzer delle ipotesi di utilizzo pubblico. Nessun privato è interessato a comprare i ruderi, perché come hanno evidenziato alcune perizie, la fabbrica è pesantemente contaminata da inquinanti e scarti di lavorazione. La sola bonifica costerebbe milioni. Eppure nel tempo moltissimi politici hanno fatto balenare soluzione mirabolanti: c’è chi voleva farci il Mart, e chi propose un «centro per le eccellenze agricole ed i prodotti del territorio».

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