Il dramma / Ala

Tragedia di Pilcante, dolore e polemiche. Il toccante messaggio di Quartararo: “Riposa in pace campione”

Morte del baby pilota Mathis Bellon, messaggio di cordoglio dal campione del mondo di Moto Gp. Il padrone del circuito: “Sono le federazioni che autorizzano i ragazzini a correre. E tutti i campioni adulti hanno iniziato da piccolissimi”

LA DISGRAZIA Muore a 8 anni al kartodromo di Ala

di Matthias Pfaender

ALA. Ha avuto un'amplissima eco, sia in Italia che in Francia, la notizia della morte di Mathis Bellon, giovanissimo pilota di moto francese deceduto giovedì pomeriggio a seguito dell'incidente avvenuto venerdì 22 luglio scorso sul circuito di Pilcante di Ala. Il mondo del motociclismo internazionale si è stretto alla famiglia del baby pilota.

Un messaggio per tutti, quello del campione del mondo in carica della MotoGp Fabio Quartararo, anch'egli originario del sud della Francia: «Riposa in pace campione», ha scritto sui suoi social. E campione Mathis, nonostante la giovanissima età, lo era davvero.

Incidente al kartodromo di Ala: soccorso in elicottero un bambino che correva in minimoto

Paura al kartodromo di Ala per un incidente che ha coinvolto un bambino di 8 anni che correva in minimoto. È stato portato all’ospedale di Verona. La pista era a disposizione degli allenamenti delle moto 10/12” in vista della gara del Cnv. E nel corso di un giro delle prove è accaduto il grave incidente. Il bambino avrebbe perso il controllo della moto e quindi sarebbe scivolato sull'asfalto, finendo travolto da un altro centauro che sopraggiungeva.

Correva per la "Race Experience School" di Sébastien Gimbert ed utilizzava in gara il numero 38. Originario dell'isola di Réunion era considerato una delle più valide promesse del motociclismo francese: si era già fatto notare nel campionato francese MiniGP 115 e a metà giugno era stato incoronato miglior pilota francese under 8. Campione, Mathis lo è stato anche nell'ultimo istante. La sua famiglia ha acconsentito all'espianto degli organi, salvando altri cinque bambini.

Ma la scomparsa così traumatica di un bimbo, non poteva non sollevare polemiche. Anche perché è arrivata a pochi giorni da un'altra tragedia nel motociclismo, avvenuta nel Regno Unito, dove a perdere la vita è stato un altro baby pilota di appena 11 anni, Millar Buchanan. Entrambi, Mathis e Millar, erano in sella al momento dell'incidente fatale ad una Ohvale.

Tantissimi i messaggi ed i commenti registrati sui social da parte di chi reputa immorale mettere bambini così piccoli su mezzi da corsa. Altrettanti numerosi i messaggi di chi ribatte che ogni campione di oggi, da Valentino Rossi a Marc Marquez, è stato un baby pilota del passato. Lo stesso Quartararo, idolo di Mathis, ha iniziato a correre a 4 anni.Sul fronte dell'inchiesta sull'incidente, ogni ipotesi responsabilità da parte del circuito è già stata eliminata da Carabinieri, chiamati a ricostruire il sinistro.

Simon Ebner, titolare del circuito appena acquistato per poco meno di un milione di euro dal Comune di Ala, sottolinea che «sono le federazioni internazionali che permettono che i bambini possano correre, rilasciando le licenze agonistiche. Nel nostro circuito nessun minore può correre senza l'autorizzazione preventiva della propria federazione, che viene rilasciata solo dietro esami medici ed attitudinali. Certo poi si può discutere se questa cosa, del far correre in moto i bambini, sia giusta o sbagliata. Ma ogni campione negli sport motoristici, ragazzi che vanno dai 18 ai 28 anni, ha iniziato a correre giovanissimo, verso i sette, otto anni. Quello che è successo è una tragedia, ma questo sport mantiene sempre una certa percentuale di rischio. Come del resto tanti altri sport. Pensiamo allo sci, per esempio».

«Noi il giorno dell'incidente sul nostro circuito - sottolinea Ebner - avevamo sul posto i commissari di percorso, personale formato e autorizzato dalla federazione, e un servizio fisso di soccorso con ambulanza ed operatori sanitari, che manteniamo sempre attivo nelle giornate ad alta intensità. Purtroppo però capita che avvengano incidenti così gravi da rendere inutili ogni manovra».

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