Ambiente / Il caso

Il lago di Loppio non c'è più: siccità e caldo, tutti i pesci sono morti (ma erano pesci rossi «abusivi»)

Il bacino, che da tempo era una zona umida, è prosciugato: senza acqua neanche gli anfibi faranno le uova, la parola passa alla Provincia che ha la competenza sul biotopo

MORI. Il lago di Loppio non c'è più. La grande siccità lo ha cancellato. Dove c'era l'acqua, oggi ci sono solo prati asciutti. La penuria d'acqua che caratterizza questa estate ha eliminato anche le zone umide depresse più interne al bacino. Conseguenza diretta: tutti i pesci sono morti.

«La fauna ittica è stata azzerata» dichiara Gionata Stancher, responsabile della sezione zoologia del Museco civico di Rovereto, al quale la Provincia ha demandato il controllo del biotopo del Lago di Loppio. «Un lago che però, di fatto, non è un vero e proprio lago» sottolinea Stancher.

«Da quando è stato prosciugato, come effetto indiretto della costruzione della galleria Adige-Garda - ricorda - il lago di Loppio è diventato altra cosa. Un'area umida eccellente per la proliferazione di anfibi, un biotopo senza pari in Provincia. E gli anfibi, anche con il lago prosciugato, non è detto che muoiano. Possono ben resistere ad un anno senza acqua. Il "problema" è in realtà sul piano della procreazione. Senza acqua rospi e rane non depongono uova. Insomma, per i pesci la presenza d'acqua è condizione necessaria per la sopravvivenza; per gli anfibi è condizione necessaria per la riproduzione».

Ma quando l'acqua tornerà, il lago di Loppio non avrà più pesci. Né, del resto, era naturale che li avesse fino all'anno scorso. La fauna ittica presente nel bacino era infatti l'effetto di abbandoni, da parte di più persone, di animali domestici. Insomma, i pesci - anche di dimensioni ragguardevoli - che popolavano il lago di Loppio fino a qualche mese fa erano i discendenti di tanti pesci rossi e similari rilasciati negli anni.

Una dinamica che potrebbe in fondo ripetersi quando finalmente l'acqua tornerà a caratterizzare parte dell'area tra Loppio e Passo San Giovanni. Ma potrebbero volerci anni.

Comunque, il "laghicidio" si è compiuto. E non era peraltro qualcosa di inatteso. Già nel gennaio scorso sorsero molte voci a rilanciare l'allarme per un lago che stava inesorabilmente scomparendo. Oggi il processo è compiuto.

«Sta alla Provincia intervenire per trovare una soluzione. Visto che tutti sanno che il laghetto ha un andamento ciclico. L'invaso si riempie per le precipitazioni e poi tende, nel giro di qualche anno, a svuotarsi in assenza di una fonte costante di riempimento» dicevano giustamente dal Comune in risposta a chi, passando per le sponde del lago, si impressionava per i pesci boccheggianti a pancia in su. Pesci che, peraltro, non dovevano in teoria essere lì.

«La gestione del Loppio è della Provincia - ribadivano dal Municipio -. Negli ultimi anni era stato popolato di pesci forse in modo non controllato. Visto che bisogna essere autorizzati dall'ente Bacini montani, che ne ha anche la sorveglianza. Ma è anche vero che non si deve far passare in secondo piano che prima di tutto le sorgenti, se potabili, devono essere utilizzate per le comunità».

Come detto, l'area è ufficialmente un biotopo tutelato, una cosiddetta "zona speciale di conservazione" e una riserva provinciale. Quindi è vietato sia prelevare specie presenti sia immettere nuove specie animali o vegetali. Però di fatto non pochi, chiamiamoli così, "volontari" avevano ripopolato la fauna non autorizzati, mettendone a repentaglio l'equilibrio. Infatti è noto che nello specchio d'acqua ci fossero i carassi dorati, ovvero i pesci rossi. Mentre l'alborella un tempo assai diffusa in quelle acque sarebbe autoctona.

Sulla scomparsa e poi sulla rinascita del laghetto l'amministrazione moriana si è soffermata in più occasioni nel corso degli anni. Una delle ultime risale all'aprile 2021. In quella circostanza il Consiglio comunale aveva discusso sulla nuova vena d'acqua trovata durante i megalavori della galleria San Giovanni - Cretaccio, all'altezza del passo San Giovanni. In un cunicolo di emergenza del tunnel, si è rinvenuta una fonte idrica della portata di circa 30 litri al secondo. Nel corso del dibattito consiliare si era trovato un vasto consenso fra maggioranza e opposizione sul fatto che andava messa subito in sicurezza. Per poter decidere in un secondo momento come utilizzarla: se per scopi civili o per il ripristino del lago di Loppio.

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