Volano, ecco la Rsa Covid dove andranno da martedì tutti gli anziani in gravi condizioni

di Nicola Guarnieri - NO

Fermare la strage dei nostri nonni. Detta così può sembrare brutale ma proprio per tamponare quest’emorragia generazionale parte dal Trentino il primo intervento nazionale per salvare gli anziani ospiti delle case di riposo. Che, ciniche cifre alla mano, il coronavirus sta decimando, approfittando dello stato di salute spesso precario e soprattutto di autostrade verso il contagio. Perché si tratta di residenze concepite per socializzare, per stare insieme e non certo per isolarsi. L’esperimento affidato all’Opera Romani, dunque, è un modo per evitare che le 57 Apsp provinciali si trasformino in anticamere dei cimiteri. Tantopiù che il 40%, fortunatamente, è rimasto indenne da contagio, fino da oggi almeno.

L’iniziativa pilota avrà una durata di due anni e partirà ufficialmente martedì con il trasferimento dei primi ospiti dalla Rsa di Nomi a quella nuova (avrebbe dovuto essere inaugurata a fine primavera) di Volano. Sono 20 persone positive al Covid-19. Cosa diventerà la casa di Volano? «Sarà una struttura intermedia Covid, moderna, nuova, tecnologicamente avanzata, messa a disposizione degli anziani in questo momento più fragili - spiega Francesca Parolari, presidente dell’Opera Romani, che la gestirà, e dell’Upipa-. Lavorerà con il supporto dell’Azienda sanitaria».

Con martedì, dunque, nasce un nuovo modello di centro di cura? «Per certi versi sì perché è stata creata per la necessità e l’urgenza di tutelare le Rsa che sono ancora indenni, che non risultano toccate dal virus. Anche perché la task force ha rilevato che appena c’è un caso positivo bisogna toglierlo dalla casa di riposo per evitare che si diffonda il contagio».
Che ha gioco facile e i numeri lo confermano. «Le nostre sono strutture di tipo sociale e quindi bisogna intercettare subito il virus. Ci tengo a sottolineare che mettiamo a disposizione una struttura di eccellenza, non creiamo certo il lazzaretto, non buttiamo lì le persone per toglierle di mezzo ma, al contrario, per guarirle».

In ogni stanza, per capirci, ci sono l’ossigeno, la domotica, il collegamento wifi. «Sì, è all’avanguardia e ci lavorerà un’equipe di Opera Romani coordinata da un’infermiera con esperienza di infettivologia, un medico e con il supporto della task force provinciale: un gruppo di lavoro costantemente formato e affiancato da una psicologa. Insomma, gli ospiti vengono presi in cura da un’equipe di alto livello, non lasciati soli». L’allestimento è avvenuto a tempo di record. «Devo ringraziare il direttore Livio Dal Bosco che è riuscito a far partire tutto in una settimana».

Il personale addetto all’assistenza, poi, seguirà fisicamente gli ospiti visto che ogni casa di riposo che trasferirà i contagiati a Volano manderà nella struttura intermedia Covid anche gli operatori. La nuova casa potrà ospitare 80 anziani e si occuperà di coronavirus almeno per un paio d’anni. «Dopo arriveranno altre funzioni importanti: quando riapriremo ad ospiti nuovi, saranno accolti per la quarantena prima di entrare nelle Rsa per evitare di portarsi dietro il virus. Perché è importante stare attenti al filtro. Questi passaggi intermedi, gestiti al meglio e all’avanguardia, dovranno nascere in ogni territorio proprio come filtro. Perché una volta che il virus entra è impossibile contenerlo e fermarlo».

Pieno supporto è arrivato dalle tre amministrazioni fondatrici dell’Opera Romani: Nomi, Volano e Pomarolo. «C’è massima condivisione. - conferma la sindaca di Volano Maria Alessandra Furlini - L’edificio è nuovo, tutte le stanze sono fornite di ossigeno ed è adatto per lo scopo. Con questa soluzione si mettono in sicurezza tutte le Rsa».


LA VERSIONE DELL'AZIENDA SANITARIA

Il dottor Giancarlo Ruscitti, responsabile della Sanità Pubblica, ha parlato sabato in conferenza stampa della decisione di portare gli anziani positivi da Covid dalle Rsa a Pergine e Volano. Come mai? «La decisione è stata presa dopo una discussione di 3-4 giorni con la dottoressa Parolari dell’Upipa, in contatto con le strutture. Abbiamo ragionato sul fatto che abbiamo piccole e medie strutture in Trentino, che faticano ad affrontare l’emergenza. Abbiamo pensato ad un sistema che consenta di poter assietere le persone positive senza doverle costringere in spazi angusti, e salvaguardando gli altri ospiti e gli operatori, dal Covid. Questo è un rischio che corrono, come abbiamo visto».

Ruscitti è poi entrato nel dettaglio: «Volano ad esempio è una struttura nuovissima, ha una testa letto con ossigeno per 80 posizioni, è modernissima e compatibile per richieste per strutture non ospedaliere ma di trattamento Covid».

Per Ruscitti, «Il piano è evitare di far espandere in altre Rsa il Covid. E proteggere gli operatori. La prima garanzia per gli operatori è sapere che stanno lavorando su anziani magari positivi al virus, che sono ben diversi da pazienti ospedalieri. Sapere che si lavora su Covid o non Covid è importante ed essenziale. In accordo con Upipa, abbiamo utilizzato quel canale anche per distribuire i DPI. La precedenza sarà per Volano e Pergine, dove avremo una concentrazione dei dpi utilizzabili».

A gestire tutto questo - ha detto - «C’è un gruppo di lavoro nel gruppo di lavoro per RSA. C’è la task force provinciale, poi una task force per gestire ed affiancare le RSA e un gruppo di lavoro che si occupa di sicurezza dei posti di lavoro per i dpi; inoltre 1 cabina di regia con le organizzazioni sindacali, per poter usare personale su base volontaria, quindi Oss, Ota e Osa da centri diurni. Io - ha detto Ruscitti - li ringrazio tutti... le parti sindacali, i tecnici, Upipa. Gli operatori delle RSA sono stremati e vanno affiancati, e le parti sindacali ci devono aiutare».

 

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