Lotta alle infestanti nel parco del Baldo

Il Parco Naturale Locale del Monte Baldo continua nella sua opera di tutela e valorizzazione del territorio. La giunta di Brentonico (Comune capofila del progetto) ha infatti approvato il progetto definitivo per il recupero di pascoli in località Lastè di Tolghe. L’approvazione avvia l’iter per richiedere il contributo sul programma di sviluppo rurale 2014-2020. 
Come spiega l’ingegner Manuela Francesconi, coordinatrice del Parco, «già a partire dal 2013 erano stati effettuati, grazie al contributo finanziario del Psr, alcuni interventi di miglioramento ambientale in località Corna Piana e Lastè di Tolghe, finalizzati a gestire le formazioni arbustive di rododendro e a controllare l’espansione degli arbusteti stessi. Questi, infatti, riducono la superficie delle praterie alpine e subalpine. Dal 2016 tali aree sono state pascolate da pecore, grazie anche all’acquisto di vasche per l’abbeveraggio». 
Ora la conferenza del Parco e il Comune di Brentonico vogliono ampliare l’area oggetto di intervento, vista l’efficacia dei lavori fatti finora, che mostrano il raggiungimento degli obiettivi di carattere ambientale e naturalistico (mantenimento e miglioramento di habitat tutelati e delle condizioni favorevoli per la presenza degli uccelli) e sia per il ritorno di attività tradizionali legate alla zootecnia. 
Il Comune ha dunque approvato il progetto definitivo per un secondo stralcio di interventi. I lavori, se la Provincia concederà il contributo, interesseranno una superficie di quasi 15 ettari di proprietà del Comune di Brentonico e dislocati in località Lastè di Tolghe a monte della Strada provinciale 3 del Monte Baldo, tra i 1.580 e i 1.900 metri di altitudine. 
L’intervento prevede il passaggio con trincia meccanica forestale, azionata da escavatore tipo «ragno», nelle zone con maggiore presenza di infestanti, creando così delle aperture di forma irregolarmente allungata (losanghe), di larghezza tra i 30 e i 35 metri dove, successivamente, sarà effettuato il pascolo; queste aree saranno alternate a strisce di non intervento (indicativamente di larghezza di 10 metri) con funzione di riparo per l’avifauna. La conformazione a «macchia di leopardo» dovrà prevedere una disposizione irregolare, non geometrica, dell’alternanza tra aree.

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