A Luserna case low cost per i giovani

La montagna rischia lo spopolamento e l’amministrazione comunale si inventa un  progetto per attirare le giovani coppie con figli. «Casa e lavoro», dice il sindaco di Luserna. Nell’enclave cimbra molte abitazioni hanno le imposte chiuse, odorano di tristezza. Eppure Luserna per certi aspetti è il centro del mondo moderno , paese mittel-europeo, con il più alto tasso di laureati trentini in rapporto alla popolazione residente, dove molti parlano correttamente tedesco, italiano e cimbro.
 
 Un paese che il turismo ha riscoperto grazie anche ad un azione parallela con Folgaria e Lavarone. Un turismo non invasivo, soft, slow.  «Per portare a termine una valorizzazione concreta della montagna, l’amministrazione mette a disposizione delle giovani coppie con figli , una casa, a canone ridotto, o addirittura senza canone», sostiene il borgomastro, Luca Nicolussi Paolaz.
 
 I paesini di montagna  soffrono, perché decentrati, perché vivere quassù su queste terre alte costa di più, perchè spesso mancano le motivazioni economiche. In questi trent’anni parecchie cose sono state fatte, si è scelto la via della cultura per emergere, per riannodare un filo con il passato che vedeva gli uomini prendere una valigia di cartone e valicare le Alpi. «Per far si che la scuola materna potesse rimanere sul territorio ed essere interattiva con la gente che vi abita, nonché custode di tradizioni e di cultura, abbiamo messo in campo un progetto che riguarda i bambini che da   zero a sei anni intersecano le loro giornate, in uno scambio continuo di esperienze e crescita individuale, il tutto dialogando e parlando la nostra lingua, il cimbro», intercala il primo cittadino. 
 
 
Ma nonostante gli sforzi, le prospettive non sono rosee. Nel settembre 2018 un solo bimbo entrerà nel progetto da zero a tre anni, come tutta l’area dell’Alpe anche Luserna , dopo un periodo di ripresa, sta segnando il passo a livello di crescita demografica. Da qui il grido d’allarme che il sindaco dell’enclave cimbra, che chiede aiuti per la montagna. E offre soluzioni. La casa, come detto. E poi prospettive di sviluppo. «C’è la possibilità concreta di riprendere in mano le vecchie tradizioni, i vecchi mestieri specializzandosi, coltivando, ad esempio,  erbe officinali, essenze, per poi creare un mercato specifico e poterle commercializzare», spiega. Ha gettato un seme. Sperando che germogli. 

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