Polsa, la lite è finita in tragedia Morto un pastore di 46 anni

Ci hanno sperato tutti fino all'ultimo. Ci ha sperato la sua famiglia, in queste ore in Romania in attesa di notizie. Ci hanno sperato lassù, a malga Susine, dove avevano imparato ad apprezzarne il lavoro in questi mesi e dove da tre giorni sono finiti in un incubo impensabile solo una settimana fa.

Ci ha sperato, certamente, anche il collega che l'ha ferito, lunedì sera, durante una lite tutta da chiarire. Certo ci hanno sperato i medici, che da martedì mattina stavano cercando di salvargli la vita. Ma le lesioni con cui è arrivato al Santa Chiara erano troppo gravi. Ieri in tarda mattinata il cuore si è fermato. È morto così, Stelian Codranu, 46 anni, rumeno e pastore a malga Susine, ferito mortalmente durante una lite con il collega che, assieme a lui, accudiva il gregge di malga Susine.

Ora rischia di vedersi aggravare l'imputazione in modo pesante, perché non si può più parlare di lesioni. La morte di Codranu ha cambiato tutto. Ora sarà il pm Fabrizio De Angelis a valutare. E non sarà facile: serve capire cosa sia accaduto in quei pochissimi istanti. Perché in quegli istanti, prima e dopo il colpo di zappa sulla testa, può esserci di tutto, in termini giuridici. Dalla legittima difesa all'omicidio preterintenzionale.

I fatti, si ricorderà, risalgono a lunedì sera. Da quanto accertato dai carabinieri, i due pastori erano insieme, avevano cenato insieme e entrambi avevano bevuto troppo. Certa è una lite, tra loro. E altrettanto certo è che la lite è degenerata. Si è passati alle mani. Si sa solo com'è finita: Codranu è stato colpito con una piccola zappa alla testa. Il colpo era evidentemente serio, tanto che il collega l'ha medicato, cercando di tamponare la ferita. Ma nessuno dei due ha chiamato soccorsi. Anzi, Codranu si è messo a dormire, probabilmente senza che né lui né il collega potessero capire la gravità della situazione. 

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