Oltre il rifugio Altissimo Bufera sui vertici Sat

Giovani in fuga, sotto accusa il direttivo che «non dialoga»

di Denise Rocca

Dopo la solidarietà a Danny Zampiccoli, gestore del Rifugio Altissimo, che ha annunciato con un video su Facebook l’addio al rifugio dopo 17 anni di servizio, la frattura all’interno della Sat moriana si fa più chiara e profonda. Dopo un malcontento fino ad ora portato avanti in sordina, i satini scontenti della gestione dei vertici sono un fiume in piena, e non hanno intenzione di fermarsi.

Esprimono tanto affetto per Zampiccoli, per il rifugio Altissimo, ma la questione del rifugio appare solo come la punta di un iceberg: con la solidarietà al rifugista arriva anche una critica, dura ma schietta, fatta a viso aperto, agli attuali vertici Sat e alle loro scelte, non solo sul Rifugio Altissimo ma sulla gestione dei soci e della sezione in generale.

«L’addio di Danny - spiega Silvio Cimonetti - portato alle dimissioni dal suo ruolo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma sono tante le cose che non vanno nella Sat di Mori, e a me, ma anche a tanti soci, dispiace tantissimo: va a finire che noi abbiamo lavorato per anni e vedere la sezione che va a rotoli è un dolore».

Un malumore non nuovo e l’addio di Zampiccoli ha aperto un vaso di pandora: «Dalla gestione Ester Pisetta - non usa mezze parole un altro socio, Franco Monte - nella Sat moriana i volontari sono stati emarginati, e poco a poco i più impegnati sono usciti dal direttivo. Le tante ore di volontariato spese considerate come se non si fosse fatto niente, nemmeno un grazie e, anzi, parecchie critiche che hanno stufato i volenterosi e disincentivato gli altri».

Dove nascono i problemi? «Da uno zoccolo duro di una parte della vecchia guardia che non ha intenzione di discutere con nessuno - risponde Nadia Simonetti - Per fare un esempio, ma ce ne sarebbero tanti, ero responsabile delle gite e alla mia contrarietà ad un aumento del costo delle uscite, per me ingiustificato visto che siamo un’associazione che non insegue il guadagno e i nostri conti sono in ordine, si è andati avanti per la propria strada, senza un minimo di considerazione. Su 18 consiglieri, in quattro o cinque da soli decidono tutto e chi non è d’accordo alla fine se ne deve andare dal direttivo».

È il tema dell’uscita dall’associazione di diversi giovani quello che sta più a cuore, segno vero, secondo alcuni satini delusi, che non c’è spazio per il dialogo e le idee diverse nella sezione moriana: «Negli ultimi due direttivi sono usciti circa 13 giovani - ricorda Cimonetti - giovani molto validi e fino ad allora molto impegnati con la nostra Sat, li hanno stufati e mai ascoltati nelle loro proposte ed esigenze, una cosa che non è mai successa nella nostra associazione».

E non è finita: «Possono sembrare piccole cose, ma sono il cuore di un’associazione i giovani, la sede che non è più aperta due volte in settimana come dovrebbe, il rifugio che per noi è una seconda casa, un decadimento generale che sentiamo con grande, enorme dispiacere».

A dirlo sono un po’ tutti nel gruppo: Renzo Leoni, Onorio Calabri, Graziano Bertola, Mariano Caliari, Nadia Simonetti, Silvio Cimonetti, Franco Monte, Lucio Cescatti (oggi ex satino), Remo Borzatti, Sergio Canali. Sono satini amareggiati, che ora chiedono un confronto agli attuali vertici. «Il direttivo incontri la base dei soci - chiedono infine - e ci spieghino le motivazioni delle scelte sul rifugio Altissimo e tutte le altre cose che non funzionano più e stanno facendo decadere una sezione importante come quella di Mori, vogliamo almeno un confronto aperto».

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