La crisi morde ancora: boom di pacchi viveri

A Mori raddoppiati anche gli aiuti sulle bollette

di Laura Galassi

Gli effetti della crisi battono ancora forte su Mori. A testimoniarlo è la Caritas, da sempre impegnata nell'aiuto dei bisognosi. I dati sulle richieste arrivate al Centro di ascolto nel 2015 sono tutto fuorché rassicuranti: solo per i pacchi viveri, nel 2015, rispetto al 2014, sono serviti 2 mila euro in più. Il Comune, in seguito all'approvazione due anni fa dello schema di accordo con la Parrocchia, anche per il 2016 farà la sua parte. Il 21 gennaio, con una delibera, ha assicurato un contributo di 3.500 euro per gli aiuti alimentari, su una spesa preventivata di 4.800 euro.

Da gennaio a fine novembre scorsi, allo sportello del Cedas di Molina hanno bussato 82 persone, contro le 97 dell'anno precedente, per un totale di 770 interventi portati a termine dai dieci volontari moriani. A fronte di questa diminuzione, però, sono più che raddoppiate le uscite per il pagamento delle utenze. La Caritas nel 2015 ha pagato 1.344 euro per le bollette, mentre dodici mesi prima ne aveva sborsati 600. Anche i pacchi viveri sono raddoppiati: 402 contro 245, reiterati per più mensilità, prova evidente che tante famiglie fanno veramente fatica ad arrivare alla fine del mese.

In crescita anche gli interventi per i buoni mensa (349 euro) e per gli affitti (907 euro), mentre sono calati gli anticipi sui redditi di garanzia, 26 mila nel 2014 e 20 mila nel 2015. La Caritas, infatti, versa in anticipo gli assegni per evitare che le persone rimangano senza un soldo in attesa che si completi l'iter della Comunità di Valle. «Sono sempre gli stranieri a essere più in difficoltà perché sono i primi a perdere il posto di lavoro», spiega Lucia Bertolini, volontaria del Cedas. «È ancora irrisolto il nodo di chi è senza permesso di soggiorno, che vive in strada o bussa alla nostra porta. In quest'ottica stiamo cercando di organizzare un punto di informazione specifico, che chiameremo «Con-tatto».

Per quanto riguarda i richiedenti asilo, al momento Mori ne ospita 12, due provenienti dalla Costa d'Avorio, tre dal Ghana e sette dal Mali. La metà vive in appartamenti del Comune e altrettanti in quelli messi a disposizione dall'Associazione trentina accoglienza stranieri (Atas). La Caritas ha preso in carico i costi del trasporto per fargli frequentare i corsi di lingua e ha organizzato degli incontri per migliorare il loro italiano. «Stiamo ancora studiando delle formule per permettere a queste persone di contribuire alla vita della comunità», spiega l'assessore Roberto Caliari. «Il loro status non gli permette di lavorare, ma frequentano corsi e due di loro stanno effettuando un tirocinio in azienda. L'idea sarebbe quella di stipulare delle convenzioni con le associazioni affinché vengano coinvolti nelle attività».

L'ultimo gruppo di richiedenti asilo è arrivato a Mori a fine ottobre. Per l'amministrazione l'accoglienza non è in discussione. «Continueremo a fare la nostra parte. Quella dei migranti non è più un'emergenza, ma una costante. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro informale per gestire al meglio questa situazione», conclude Caliari.

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