«Senzatetto, l'emergenza è superata»

Disponibili 38 posti letto per accogliere chi non ha casa

Le luci di Natale e le bancarelle  che attirano i visitatori anche nei centri storici della Vallagarina, come accade un po’ in tutto il Trentino a ridosso del Natale, spesso hanno l’effetto di spegnere i riflettori su ciò che è meglio non mostrare ai turisti. Non si parla più di profughi in queste settimane e nemmeno di senzatetto, che tra il freddo intenso ed i giorni di festa si ritrovano a vivere il periodo più difficile dell’anno. Eppure queste persone ci sono. Sono stranieri e provengono soprattutto dalla zona del Maghreb ma anche da Afghanistan e Pakistan. Sono più o meno gli stessi, molti sono volti noti. Ma sono anche italiani, persone che si ritrovano improvvisamente a vivere una situazione difficile in famiglia e che finiscono su una strada. Senza una casa in cui tornare, senza un riferimento.Il fenomeno ormai si è delineato negli ultimi anni e la novità, la notizia positiva, è che non rappresenta più un’emergenza in Vallagarina. Ora si parla di «accoglienza invernale strutturata».

«Esiste un coordinamento provinciale sull’accoglienza che viene gestito assieme ai comuni di Trento e Rovereto, perché l’emergenza è ormai superata» spiega Cristian Gatti, responsabile del «Km 354» per la Caritas. Lì alloggiano sei persone che stanno facendo un «percorso di inclusione» nella comunità. «C’è uno sportello unico al quale le persone che hanno bisogno si rivolgono per chiedere accoglienza - racconta - da qui vengono dirottate sulle strutture predisposte a Trento e a Rovereto. A meno che non vengano date preferenze particolari per l’una o l’altra destinazione, è lo sportello ad assegnare loro il posto in cui possono stare». Già dallo scorso anno dunque esiste una regia comune e regole nuove. «Sono stati incrementati i giorni di permanenza nelle strutture: fino a 60 giorni per i residenti e gli ex residenti. Per i non residenti invece il limite di permanenza è di 30 giornim con eventuali proroge in base al percorso o alle possibilità che emergono strada facendo».

Per quel che riguarda Rovereto e il bacino della Vallagarina la pronta accogloienza avviene nella comunità solidale di largo Santa Caterina «Il portico», che ha una disponibilità di 38 posti letto per l’ospitalità serale e notturna. «Accanto a questa, come detto, c’è la possibilità di indirizzare le persone nelle struture di Trento - aggiunge ancora Gatti - Ci sono la Bonomelli, casa Maurizio, casa Papa Francesco, Villa Sant’Ignazio, Punto d’incontro ed altre strutture che stanno aprendo a scaglioni. In tutto i posti sono all’incirca duecento, gli stessi dell’anno scorso».
I numeri sono questi, salvo imprevisti che se si manifestano vengono trattati come emergenze e quindi con interventi mirati. «Ad esempio se dovesse calare notevolmente la temparatura o se ci fosse l’arrivo improvviso di più persone».

Chi tende a stare per conto proprio, per poter mantenere unite le famiglie che altrimenti nelle strutture solitamente vengono divise per genere, sono i rumeni. «Loro utilizzano soltanto i servizi primarari, come la doccia o un pasto caldo. Ma preferiscono stare tra di loro». Per gli altri c’è un letto in cui dormire ma anche qualcuno con cui parlare e soprattutto la possibilità di una vita nuova. «Perché lo spirito con cui gestiamo queste strutture e accogliamo queste persone è quello che caratterizza la Caritas ed è l’intendo di accompagnarle, non solo di offrirgli un posto dove dormire».

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