Mori, sospeso il contestato progetto di gassificatore

di Fabrizio Franchi

Tutto rinviato, tutto sospeso. L'impianto di gassificazione che avrebbe dovuto sorgere alle Casotte di Mori avrà bisogno ancora di diversi passaggi e di diversi mesi di studio. È la decisione emersa ieri mattina in Provincia, dove la Sofcsyngas ha spiegato il suo progetto alla conferenza dei servizi provinciali, presenti una ventina di persone, tra dirigenti, funzionari, Vigili del fuoco e politici. Oltre al dirigente per le risorse energetiche della Provincia, Fabio Berlanda ai vigili del fuoco e ai dirigenti dei bacini idrici e montani, c'erano anche il sindaco di Mori, Roberto Caliari, il suo vice Stefano Barozzi, il dirigente ambiente di Rovereto, Christian Roverato, il vicepresidente della Comunità di valle Roberto Bettinazzi.

Dopo una serata di discussioni, quella di lunedì, da cui tutta Mori era convinta di dover accelerare i tempi, anche in vista di una possibile consultazione referendaria (peraltro non prevista dallo Statuto nei dodici mesi precedenti le elezioni), ieri è arrivata la necessità di un approfondimento e sono stati assegnati i «compiti» alla società per mettere a punto la domanda per la Vas, la Valutazione di sostenibilità ambientale. Una procedura che anticipa la Via, la Valutazione di impatto ambientale, ma per la quale comunque la Sofcsyngas si è presa alcuni mesi per mettere a punto tutta la documentazione. Questo significa, nei fatti, che tutto è sospeso. A iniziare dai dibattiti con la popolazione, anche perché - fanno sapere dall'azienda - non avrebbe senso fare assemblee pubbliche ora, quando il progetto potrebbe cambiare in alcune parti significative.

Tuttavia resta in agenda un incontro già programmato con la conferenza dei sindaci della Vallagarina in comunità di valle, lunedì prossimo.
Nei fatti, nell'incontro di ieri la Provincia ha spiegato all'azienda che non è possibile fare la «Via» insieme alla «Vas», ma soprattutto sono state richiesti progetti molto particolari, con integrazioni degne di uno studio di impatto ambientale. L'accordo di massima con la Provincia è che, una volta superata la «Vas», le carte della «Via» viaggeranno velocemente. Relativamente: sono previsti almeno altri tre mesi. Tra le cose richieste un dettaglio sulla dispersione delle polveri e i codici dei rifiuti. I tecnici e i dirigenti provinciali sono andati a fondo sulle questioni, come hanno fatto i rappresentanti dei vigili del fuoco anche in merito a probabili casi di incidenti nell'impianto, ed è stato suggerito di consultare anche l'Università. Tra gli altri fattori a cui dovrà rispondere l'azienda anche i venti da nord, per capire se ci possano essere dispersione di polveri, osservando la direttiva Seveso.
I prossimi passi prevedono che entro qualche giorno gli uffici provinciali dicano che cosa vogliono.

Poi l'azienda risponderà, ma passeranno altri mesi, perché dovrà produrre anche un modello matematico tridimensionale delle dispersioni che comporta un notevole lavoro.
Una volta approvata la Vas si riaprirà il confronto con tutti e anche con la popolazione. Ma è presumibile che si arrivi a giugno o addirittura a settembre. L'orizzonte previsto dall'azienda, quale conclusione di tutti i passaggi è addirittura per novembre. «Se i lavori di costruzione partiranno a febbraio 2016 a noi va bene», dicono i tecnici.

Una previsione temporale che fa scollinare le elezioni comunali e la richiesta di referendum, soprattutto sminando la questione che non avrà più la stessa forza in campagna elettorale, qualora i cittadini fossero stati chiamati a decidere in contemporanea con le urne per scegliere la nuova amministrazione.
La questione sarà quindi di competenza del prossimo sindaco, magari dello stesso Caliari se sarà riconfermato, ma che non dovrà preoccuparsi di gestire in campagna elettorale questa patata bollente e toglierà qualche argomento polemico alle opposizioni.

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