Isera, roccaforte del vino rosso

Cantina d’Isera: la barca va. Sembrano davvero lontani i tempi, era l’altro ieri, in cui la piccola coop lagarina era piombata nel baratro della crisi. Con un piede nel precipizio: la cura Cavit - anche se nessuno ama questa espressione - sembra aver avuto effetto e soprattutto aver gratificato i contadini e i bilanci. Sabato sera, l’assemblea dei viticoltori del marzemino si è svolta in un clima tutto sommato tranquillo. E rilassato. La vendemmia 2018, come ovunque, del resto è stata abbondante e ha fatto segnare quasi un 20% in più di uve incantinate rispetto alla stagione magra, almeno dal punto di vista dei volumi, del 2017. Il direttore Massimo Tarter ha usato parole quasi affettuose nei confronti dei soci viticoltori «che hanno dimostrato un grande attaccamento alla loro azienda cooperativa e non si sono mai lasciati scoraggiare, nemmeno di fronte ad annate difficili». Entusiasmo si è registrato anche nelle parole del presidente Rosina, che non ha nascosto la soddisfazione per i risultati economici raggiunti dalla coop. 
Sotto i riflettori dell’assemblea di ieri pomeriggio la vendemmia 2017 con le sue luci e le sue ombre. Intanto alcuni numeri utili a descrivere il profilo di questa piccola cooperativa del Basso Trentino. I soci sono 150 e tutti insieme coltivano circa 200 ettari di vigneto. Si tratta di una una vigna relativamente sbilanciata sulle uve rosse, sbilanciata rispetto alla media trentina dove ormai il rapporto è di 20 (rosso) a 80 (bianco). Ad Isera, grazie soprattutto ai felici cru di Marzemino, la bacca rossa, invece, si riesce ancora ad non scendere sotto la soglia del 40% della produzione. Un po’ fuori schema rispetto alla media trentina della cooperazione vitivinicola, anche il rapporto fra commercializzazione di vino sfuso e vendita di vino imbottigliato. Quest’ultimo ad Isera rappresenta circa il 25% del volume complessivo, destinato quasi esclusivamente al mercato domestico e nazionale. Una quota significativamente superiore rispetto a quella che si registra in altre cantine della provincia dove spesso a malapena si raggiunge il 10%. Del 25% delle bottiglie una quota minoritaria ma in crescita costante è rappresentata dalla denominazione Trento, con la sua gamma di spumanti metodo classico.
Nel 2017, annata difficile dal punto di vista quantitativo, la cantina ha fatto registrare un bilancio complessivo di quasi 5 milioni di euro; i conferimenti hanno raggiunto i 19 mila quintali di uva, circa il 15% in meno rispetto all’anno precedente. Ai soci sono stati distribuiti circa 2 milioni di euro, facendo segnare una media cantina di 110 euro a quintale e una remunerazione di circa 10mila euro ettaro. Fra le uve più remunerative raccolte ad Isera, chiaramente, quelle dei vigneti iscritti alla Marzemino superiore, pagate fino a 180 euro quintale. Una soglia raggiunta anche dalle uve Chardonnay di collina destinate alla Doc Trento. 

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