Il Monte Baldo candidato a patrimonio dell'umanità

Dopo il recente riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio dell'Umanità Unesco, e del sito palafitticolo di Ledro e delle Alpi Ledrensi e Judicaria a «Riserva della biosfera Mab», la nuova sfida per il Trentino è rappresentata dal monte Baldo, vero «orto botanico» a cielo aperto, straordinario scrigno di specie floreali e arboree. Anche di questo si parla a Trento nella due giorni apertasi ieri al palazzo della Provincia, con l'intervento del vicepresidente e assessore all'Urbanistica, Ambiente e Cooperazione della Provincia Mario Tonina. 

«Natura e Cultura nei riconoscimenti Unesco: un approccio possibile» è il titolo dell'evento, a cui partecipano numerosi esponenti del mondo scientifico, ma anche amministrazioni interessate a valorizzare il patrimonio ambientale e storico-culturale presente sul proprio territorio. «La candidatura del Baldo a patrimonio dell'umanità è stata presentata nel 2016 ? ha ricordato Tonina - . Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con il Museo civico di Rovereto, Iccrom e tutti gli altri attori di questo progetto, e anche quest'anno ci siamo confrontati a lungo con i Comuni trentini e con il Veneto. Il cammino, insomma, continua, e questo momento di confronto ne rappresenta una tappa importante. Naturalmente per noi il riconoscimento Unesco deve essere un punto di partenza e non di arrivo. Le straordinarie arborizzazioni presenti sulle pendici del Baldo rappresentano infatti un valore in sé, ma testimoniano anche degli effetti del cambiamento climatico, del progressivo affinamento delle conoscenze scientifiche in ambito botanico da parte dell'uomo, della resistenza delle comunità montane all'abbandono delle alte quote. Tutte questioni a cui il Trentino è particolarmente sensibile, perseguendo un modello di sviluppo autenticamente sostenibile ed integrato».  

Natura e Cultura come due facce della stessa medaglia, dunque, nel convengo apertosi ieri a Trento con l'intervento di Tonina e del dirigente generale Fabio Scalet, che ha illustrato nel dettaglio il programma. Nella consapevolezza che l'attività umana, ovvero l'insieme di esperienze, saperi, buone pratiche svolte dall'uomo può aggiungere valore all'ambiente. È il caso dei muretti a secco, recente «scoperta» dell'Unesco, ed è il caso del monte Baldo, grande «schiena» delle prealpi, per il 58% in territorio Veneto e per il 42% in Trentino. Detto Hortus Europae («Giardino d'Europa») per la sua ricchezza floristica, di ambienti e di specie, il Baldo rappresenta un ecosistema che è rimasto isolato durante le glaciazioni quaternarie consentendo fenomeni di speciazione unici. Per questo motivo molte entità botaniche risultano endemiche e classificate con il nome baldense?baldensis. Nel suo orto botanico sono raccolte circa 500 specie, di cui la maggior parte esclusivamente locali e scoperte dai botanici nei secoli scorsi proprio su questa montagna. Oggetto dunque di attenzione fin dal 500 da parte di studiosi, all'epoca soprattutto speziali e farmacisti, il Baldo nei secoli è cambiato conservando però la sua identità ed integrità.

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