Trento / Grandi opere

Bypass ferroviario, Geat: «I controlli dovevano farli prima, avvilente che solo il sequestro abbia portato alle verifiche sui terreni»

Il presidente della circoscrizione Centro Storico Piedicastello dopo l'azione della magistratura sul cantiere dell'alta velocità in via Brennero: «Un'ottima notizia, qui ci si stava per infischiare sia del buon senso sia delle norme, cosa inaccettabile». La Rete rilancia il tracciato alternativo in Destra Adige
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di Leonardo Pontalti

TRENTO. «Il sequestro? Credo sia un’ottima notizia per tutti i cittadini onesti. E per la salute e la sicurezza di tutti, senza alcuna distinzione. Ma è un provvedimento che, guardando alla sua genesi, non può che lasciare tanta amarezza».

Come sempre il presidente della circoscrizione Centro Storico Piedicastello Claudio Geat non le manda a dire: «È un bene che si sia arrivati a questo stop prudenziale che impone, nero su bianco, di fare le caratterizzazioni prima di proseguire con i lavori. Ma non ci si doveva arrivare così».

Presidente Geat, lei si riferisce al fatto che tutto sia partito da un esposto dei cittadini.

«Certo. E credo sia svilente per tutti, i cittadini, la comunità e ancor più per chi come me fa parte delle istituzioni e si impegna a favore della cosa pubblica, prendere atto del fatto che una decisione dettata dal buon senso, prima ancora che dalle leggi, sia stata presa non da chi doveva adottarla autonomamente, ma soltanto grazie a un atto giudiziario promosso dal basso».

Lei parla di buon senso prima che di regole.

«Poi arriviamo anche alle leggi, perché ho molto da dire anche su questo. Ma partiamo dal buon senso. Quello che, ritengo, doveva imporre a prescindere dalle prescrizioni di legge, di muoversi con la massima cautela su un terreno come quello dell’ex scalo Filzi».

Invece?

«Invece non è stato così e si è trattata un’area in cui negli anni si è accumulato di tutto come un’area “sana”. Ma signori, vien da ridere se non venisse da piangere. Stiamo parlando di un’area in cui nei decenni sono state movimentate le merci più disparate, dai carburanti alle sostanze chimiche. Stiamo parlando di un’area lambita dal Lavisotto, che a sua volta ha raccolto i veleni di Sloi e Carbochimica. Stiamo parlando di un’area in cui correva la Trento Malé prima che venisse spostata negli anni Sessanta e non credo che all’epoca dello spostamento sia stata fatta alcuna bonifica. Quindi va da sé che le precauzioni dovevano essere massime a prescindere dalle previsioni di legge».

E invece, lei dice, nulla è stato fatto né per buon senso né rispettando le leggi.

«E questo è un altro aspetto che fa imbestialire. Per questo dico che il sequestro e le imposizioni conseguenti sono una vittoria per i cittadini onesti. Vi sono precise previsioni del Prg, all’articolo 84 ter ad esempio, che imponevano di procedere con la caratterizzazione dei terreni. Ci è stato detto che è superato dal Codice dell’ambiente, ma intanto le caratterizzazioni non volevano farle. Quando qualunque cittadino, il Prg e le leggi devono rispettarle, giustamente, alla lettera per ogni minimo intervento. Qui ci si stava per infischiare sia del buon senso che delle norme. Inaccettabile».

Una rabbia, la sua, figlia anche delle indicazioni che avevate dato come circoscrizione.

«Certo, avevamo detto e scritto che che prima andavano fatte le analisi e poi si partiva coi lavori, ma siamo rimasti inascoltati. Ora ha dovuto muoversi la magistratura, su input dei cittadini. È davvero avvilente».

Soddisfazione per il sequestro è stato espresso anche dalla Rete dei cittadini: «Siamo moderatamente ottimisti - ha spiegato Martina Margoni - era logico che andando a scavare in quelle aree andasse a finire così e andando avanti troveranno altri materiali pericolosi. Le alternative ci sono, è il percorso in Destra Adige che avevamo proposto senza essere considerati. Contestiamo anche l'affermazione del sindaco che dice ben vengano i controlli: o prende in giro i cittadini o prende in giro se stesso. Avrebbe dovuto intervenire lui e non i comitati, ma ha sempre voluto chiudere gli occhi. Purtroppo e per fortuna la magistratura è intervenuta e che ora lui si accontenti dei controlli fa sorridere».

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