Commercio / La fine

Va in pensione Roberta Luraschi da 46 anni "lievito" di Port'Aquila e figura amatissima dai trentini

Ha iniziato da giovanissima accanto alla mamma e ha vissuto tutta l’epoca in cui la zona era un’oasi  per gli abitanti locali. Il ricordo del postino storico Renato Tomasi: “Un punto di riferimento importante”

TRENTO. Questa mattina, sabato 29 ottobre, ha festeggiato assieme ai clienti con un rinfresco la meritata pensione. Roberta Luraschi dalla prossima settimana non sarà più la sentinella di Port'Aquila. Lascia dopo 46 anni di lavoro il panificio che sta proprio accanto allo storico varco, a due passi dal castello del Buonconsiglio. La ricorda nell'articolo qui sotto Renato Tomasi, altra istituzione della zona, per decenni postino della Cervara e dintorni.

Era il 1968, quando la signora Maria Balter, mamma di Roberta, prendeva in gestione il panificio Sosi allora gestito dalla "Bepinota" di via della Cervara 58. In quegli anni il panificio era 100 metri più avanti di dove si trova attualmente, proprio all'inizio di via della Cervara; gli facevano da corona diversi negozi, il negozio di verdure " Licia" lo storico barbiere Benito, 51 anni di professione, mentre a Port' Aquila vi erano il negozio di alimentari Ravagni e un altro negozio di alimentari e farine, Spagnolli. Il papà di Roberta, il signor Belfiore Luraschi, gestiva un distributore che si trovava di fronte al tribunale.

Roberta nasce a Dro il 25 agosto 1960 ma dopo soli 40 giorni la famiglia si trasferisce a Trento, in via Brennero per i primi due anni, e poi nel 1962 a Martignano, nella stessa casa di adesso. Durante le vacanze estive negli anni 1974 e '75 Roberta aiuta la mamma nel panificio e durante le vacanze di Natale del 1976 decide di non tornare più a scuola e va a lavorare definitivamente nel negozio. Il panificio si trasferisce da via della Cervara a Port'Aquila, nella sede attuale, nel 1984, e Roberta comincia a tessere amicizie.

Il suo carattere solare e la sua disponibilità ad aiutare il prossimo la portano a fare da punto di riferimento, e che cosa dire della sua capacità nel sapere ascoltare; alle volte trasforma il panificio in un confessionale. Per non parlare della bontà d'animo, quante volte ha dato il pane a chi non aveva soldi e una brioche a chi aveva fame; forse anche per la vicinanza di padre Beniamino, il cuoco dei frati Cappuccini, che ogni mattina arrivava sorridendo a prendere il pane fresco per il convento e il pane vecchio per i canederli, canederli per i frati e per chi bussava alla porta del convento. Roberta ha sempre avuto un amore incredibile per i propri clienti, non solo clienti, ma persone, ognuna con i propri problemi, ognuna con le preoccupazioni di tutti i giorni; lei aveva sempre una parola di incoraggiamento per tutte e tutti.

Le fa da spalla la fida scudiera Luciana, non solo una collega di lavoro ma un'amica, un'amica da 34 anni, con cui confidarsi quando le cose diventano difficili e con la quale gioire quando la vita gira bene. Come quando nascono i figli, tre ragazze in fila e il quarto un maschietto. Port'Aquila è un crocevia di persone che entrano in città dalla porta antica e alla sera se ne escono per scappare a casa, fanno da sentinella alla porta, da una parte il panificio Sosi , e di fronte il ristorante Gius, antichissima trattoria dove si gustavano favolosi piatti tipici della cucina trentina, e dove Roberta passava per "rubare" qualche cannolo alla crema.

E poi un salto da Benito, per il caffè e per riscaldarsi, quando ancora nel panificio il riscaldamento non c'era. Un saluto a Michelangelo, anche lui infreddolito dentro al chiosco dei giornali e sempre con la fiaschetta per correggere il caffè, da dividere poi con Arrigo Grassi, il carrozziere che probabilmente era già li, in fondo a via Venezia fin dai tempi di Napoleone. A Roberta il lavoro è entrato nel cuore come tutte le persone che entrano nel suo negozio, alcune ci entrano da decine di anni, e come non affezionarsi?

Come non ricordare con nostalgia delle due adunate degli alpini e delle funzioni fatte nella fossa dei martiri del Castello del Buonconsiglio, castello appoggiato al panificio. Adesso tutte queste cose, diventeranno ricordi da conservare gelosamente; forse ogni tanto ci sarà una lacrima, ma la pensione è più che meritata, e tante persone porteranno nel cuore l'amore che ha messo nel suo lavoro, sicuri che non si scorderà di loro.

Da adesso Roberta potrà coccolare a tempo pieno i due meravigliosi nipotini. Grazie Roby, per avere fatto un pezzo di strada con noi.

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