Trento / Il progetto

Ecco come cambierà volto l'area ex Sit, la futura stazione intermodale della città

Previste dal Comune tre fasi di intervento, a cominciare dalla bonifica dei terreni inquinati dell'ex gasometro. La messa in funzione dell'opera sarà entro marzo 2026 come prescrive il Pnrr. Secondo i piani. seguirano i collegamenti con la destra Adige tramite passerella ciclo-pedonale e l'interramento della ferrovia

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di Fabio Peterlongo

TRENTO. È approdato ieri in Consiglio comunale il progetto che prevede la trasformazione dell'area ex-Sit nella nuova stazione intermodale della città e che si avvarrà dei fondi europei Pnrr (20 milioni su 22 milioni di costo complessivo).

A illustrare il nuovo hub è l'ingegnere comunale Giuliano Franzoi, che ha sottolineato i tempi stretti di realizzazione: «Prevediamo la bonifica dei terreni inquinati dell'ex gasometro Sit entro autunno 2023. La messa in funzione dell'opera sarà entro marzo 2026 come prescrive il Pnrr».

Ma il progetto in campo è di portata ben più ampia: sarà integrato nel ridisegno complessivo del centro storico che comprende l'interramento della ferrovia.

Sulla progettazione "a blocchi" successivi l'uno all'altro, l'ingegner Franzoi è chiaro: «Ci saranno tre fasi, una pronta a partire, una seconda fase in cui perfezioneremo i collegamenti per la destra Adige attraverso la passerella ciclo-pedonale, ed una terza fase che vedrà l'interramento della ferrovia e il ricongiungimento definitivo del centro storico con il fiume». Si inizierà con la parte del progetto finanziata dall'Europa.

Alla prima fase di bonifica che asporterà i terreni inquinati lascito del vecchio gasometro, seguirà l'edificazione di una struttura a tre livelli. Nel livello interrato vi sarà un parcheggio a uso pertinenziale, destinato principalmente ai residenti e che conterrà 160 posti auto (contro gli attuali 350). Al piano intermedio vi sarà la stazione delle autocorriere, inserita in un nuovo piano viabilistico che prevederà orari ottimizzati delle corse e anche una pronta sincronizzazione con novità future, quali il sistema di mobilità integrata Nordus.

Al piano superiore, vi sarà un parco pubblico di circa 5000 metri quadri, dal quale partirà la funivia per Sardagna. Suggestiva la proposta di una "piazza d'acqua": una sorta di laghetto alimentato dalle acque piovane, che si riempirà nel caso di precipitazioni intense; le acque saranno poi recuperate per l'irrigazione. Tutta la struttura sarà dotata di impianti fotovoltaici e sarà energeticamente autosufficiente.

Infine, la cosiddetta "Torre delle biciclette", in legno e alta trenta metri. Un progetto sontuoso (e costoso), che ha sollevato qualche interrogativo: alcuni l’hanno oprannominata "cetriolo" per il suo aspetto. La torre non sarà realizzata nella prima fase dei lavori, dunque vi sarà spazio per discuterne. «Sulla "Torre" vedremo, - ha sottolineato il presidente della Commissione ambiente Andreas Fernandez (Verdi) - È certo un'opera costosa, ma i turisti verranno a visitarla».

Il consigliere Alberto Pedrotti (Patt) ha delineato la risposta della Commissione urbanistica, che lui presiede: «Sono stati sollevati dubbi sul numero dei parcheggi e sulla torre, ma in generale le risposte dei consiglieri sono state positive». Dai banchi dell'opposizione, il consigliere della Lega Vittorio Bridi ha riconosciuto la qualità del progetto: «È un'opera importante e decisiva per la città, avremo modo di avanzare delle critiche, ma voglio fare i complimenti agli uffici tecnici del Comune».

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