Trento / Il caso

I cani sfruttati per chiedere l'elemosina: le associazioni premono per il divieto, il Comune resta più cauto

Il sindaco Ianeselli: la proposta arriverà in consiglio comunale, ma è prevista un'eccezione per gli animali "compagni di vita", chippati e ben tenuti

TRENTO. Sono anni che le diverse associazioni a tutela degli animali chiedono un intervento deciso per reprimere lo sfruttamento degli animali, e dei cani in particolare, da parte di chi chiede l'elemosina.

«Abbiamo deciso di portare in consiglio comunale la proposta - spiega il sindaco Franco Ianeselli - di vietare l'accattonaggio con animali.

In questo modo, nelle strade e nelle piazze del Comune di Trento nessuno potrà sfruttare gli animali domestici per chiedere l'elemosina. Il provvedimento prevede tuttavia un'eccezione per gli animali "compagni di vita", chippati e ben tenuti».

Questa soluzione fa riferimento ad una delibera del consiglio comunale del luglio scorso, approvata a larga maggioranza, che «impegnava sindaco e giunta a presentare una proposta di modifica del regolamento di Polizia Urbana che inserisca il divieto di accattonaggio con animali e, nei casi di non rispetto dello stesso, la confisca immediata dell'animale».

Il tema è delicato: se da una parte è complicato separare chi chiede l'elemosina con un animale che gli fa compagnia, da chi invece costringe il cucciolo, spesso maltrattato, a stare ore fermo per ottenere più denaro, dall'altra va a colpire le fasce più fragili della popolazione.

«É un passo avanti - spiega Simone Stefani di Lav Trentino - perché così passa il messaggio che usare un animale per accattonaggio va evitato: certo, chi ha bisogno va aiutato, ma questi cagnolini sono spesso passati da una persona all'altra, quando crescono, non si sa che fine fanno, e quando non servono più vengono abbandonati o peggio. Ma come dimostrare l'affezione? Il passo obbligatorio è l'iscrizione all'anagrafe canina e la chippatura, e questo permette di tracciare l'animale».

«Di contro - riprende Stefani - così come è scritto, questo provvedimento ha diverse lacune: sarebbe meglio vietare l'accattonaggio con animali e basta, senza i distinguo dell'affezione. A Trento, i casi di animali maltrattati sono tanti. Quindi si potrebbe introdurre la possibilità di affidare i cani sequestrati alle associazioni e fare affidamento su un regolamento comunale di tutela degli animali più ampia».

Molto simile è la posizione dei volontari dell'associazione La zampa Trentina.

«Ogni anno - ammette Paola Pisani - accogliamo decine e decine di cagnolini abbandonati da chi per alcuni mesi li ha usati per impietosire i passanti e poi se ne disfa. Molti sono stati abituati a prendere sonniferi per stare fermi. Noi li prendiamo e tornano vivaci, li sverminiamo, li vacciniamo e troviamo una famiglia, che li sappia finalmente amare».

La notizia però ha avuto anche una coda polemica su Facebook, soprattutto per l'annuncio di Ianeselli sui social, accompagnato da una sua foto sedfuto su sedia a sdraio con un cagnolino. «Con maglioncino e mocassini da Country Club». La critica è, più o meno, quella di occuparsi più dei cagnolini che dei mendicanti, persone umane che forse dovrebbero trovare risposte prima degli animali.

«Che poi, quanti saranno i mendicanti con i cani a Trento? Sono un problema?». Senza contare che, oltre a quelli che sfruttano i cagnetti, ci sono anche molti senzatetto che hanno nel loro cane un compagno di vita e gli dedicano tutta l'attenzione possibile. Se si vieta l'accatonaggio con gli animali, che fine faranno questi animali?

Fra tutela degli animali e risposte ai disperati che di notte dormono per terra alla Sloi, il tema è caldo.

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