Trento / Il caso

«Il gassificatore di rifiuti? Assolutamente no: noi a Mattarello abbiamo già dato»

Il presidente della circoscrizione Alessandro Nicolli critica una delle ipotesi in campo (le altre due riguardano Lizzana e Ischia Podetti) che prevederebbe la realizzazione dell'impianto per il trattamento dei rifiuti nell'area adiagente al futuro depuratore Trento 3, in località Murazzi, ancora in comune di Besenello ma alle porte del sobborgo cittadino

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di Marco Bridi

TRENTO. «Dopo aeroporto, disastro ex caserme...»: domenica pomeriggio aveva rilanciato sui social la notizia, apparsa sugli organi di stampa locali, circa l'ipotesi della Provincia di realizzare un gassificatore nella zona di circa seimila metri quadrati dove sta sorgendo il depuratore Trento 3, in località Murazzi, sul comune catastale di Besenello.

Oggi il presidente della circoscrizione Alessandro Nicolli ritorna sull'argomento stigmatizzando il metodo: «Come in altre occasioni apprendiamo le notizie riguardanti il nostro paese dagli organi di informazione o dai social: vedi utilizzo dell'area ex caserme per il concerto di Vasco Rossi o il progetto del bypass ferroviario».

Sul gassificatore nulla è deciso perché, come ha ampiamente riferito l'Adige la Provincia sta valutando la sua collocazione, se a Ischia Podetti, a Lizzana, dove oggi sorge l'impianto di trattamento meccanico biologico, o nella zona del nuovo depuratore.

Per Nicolli il problema dello smaltimento dei rifiuti andava affrontato «ancora ai tempi del referendum sull'inceneritore e non sempre di corsa a discariche stracolme»; inoltre «devono comunque essere confrontate diverse soluzioni alternative e tecnologicamente avanzate ed adeguate al livello di raccolta differenziata ed alle esigenze energetiche, territoriali e soprattutto ambientali.» Riconosce che non sono argomenti semplici e di voler attingere informazioni più precise sia da Comune che Provincia circa l'eventuale collocazione ai Murazzi, «in teoria - osserva - sui terreni catastali di Besenello e Calliano, ma non si sa se sotto la montagna o se tra la ferrovia e il fiume o se fra i vigneti a sud di Villa Bortolazzi.

Tutto questo in presenza di uno studio di fattibilità del bypass ferroviario che oltre a distruggere le campagne con espropri ed occupazioni per oltre 50 ettari non si sa come prosegua fino a Rovereto».

Teme una congestione del traffico: «Ma come vi arriveranno i camion, volando o con l'allargamento dell'attuale strada? Quanti ettari di terreni verranno sacrificati ancora? Come sarà la qualità dell'aria che Mattarello respirerà grazie all'Òra del Garda che soffia da sud a nord?».

Per il presidente Nicolli «così proprio non va, Mattarello ha già dato»: e cita l'area ex caserme a San Vincenzo, «abbandonata per quasi vent'anni»; l'area aeroportuale «che ha vincolato diversi terreni ed edifici»; l'uscita del bypass «vero affronto alla storia trentina rappresentata da Villa Bortolazzi»; il depuratore «che nel progetto anteriore al 2000 andava a sacrificare un'area di circa 10 ettari in mezzo alle campagne, per poi spostarsi nella montagna e poi esserne respinto fuori dalla forza dell'acqua e non essere ancora operativo ai giorni nostri».

Ripete: «Con fermezza dico che Mattarello ha già dato abbastanza e rabbrividisco al fatto che la Provincia non si renda minimamente conto della fragilità idrogeologica della zona, men che meno considerata nella progettazione del bypass».

E conclude con un'altra nota amara: «Da ultimo, apprendo sempre dal giornale, del finanziamento della ristrutturazione del ponte di Ravina a discapito di quello molto più fatiscente di Mattarello».

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