Viabilità / L’incontro

Un tram per togliere 24mila delle 100mila auto che gravitano ogni giorno sulla città

L’ingegner Giovanni Mantovani, progettista della recente rete tranviaria di Firenze, ha spiegato in un incontro online organizzato dal comitato “Un tram per Trento”, quali sono le soluzioni migliori per dare vita a qualcosa di veramente rivoluzionario

TRENTO. Il comitato «Un tram per Trento» nato tre anni fa dal basso, e che coinvolge cittadini, rappresentanti politici, appassionati di trasporti, circoscrizioni, ha organizzato una serata tecnico-informativa per capire quali modelli e quali tecnologie di trasporto collettivo potrebbero fare al caso di Trento.

Il progetto, in cui crede la giunta comunale, è quello di un tram che colleghi Gardolo a piazza Dante (attraverso via Brennero e via Bolzano), per togliere 24.000 delle 100.000 auto che gravitano ogni giorno sulla città, e in futuro anche la zona sud del capoluogo.

Da Gardolo a Mattarello i bus oggi impiegano 50 minuti: troppi. I consigli in un webinar online li ha offerti ieri sera l’ingegner Giovanni Mantovani, progettista della recente rete tranviaria di Firenze. Un modello che ben si adatterebbe a Trento. Le austriache Gmunden e Innsbruck e le italiane Bergamo e Firenze sono le città prese a modello dal comitato.

Per l’ingegner Mantovani serve un tram con sede esclusiva e non promiscua; con priorità semaforica, non a chiamata. Un vero tram, non su gomma come a Padova e Venezia. La linea elettrica aerea non è indispensabile: oggi ci sono tecnologie di accumulo di energia che «ricaricano» le batterie del tram in quei venti secondi in cui staziona alle fermate per la salita e discesa dei passeggeri.

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A chi obietta che le rotaie al centro di via Brennero porterebbero via spazio alle macchine, Mantovani risponde che con i tram si trasporterebbero 2.500 persone l’ora; con le macchine 1.500. E non si inquina. Il vantaggio è evidente. Utili, poi, parcheggi scambiatori.

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