Ex Sloi-ex Carbochimica Costa sollecita i privati Il ministro: subito altre analisi

di Domenico Sartori

Eppur qualcosa si muove. Il ministro dell'ambiente, Sergio Costa , lo scorso settembre, ha firmato un'ordinanza che dà segni di vita, dopo diciotto mesi dall'annuncio pubblico (vedi l'Adige di ieri, ndr) che avrebbe preso in mano la questione delle aree inquinate di Trento Nord.

L'ordinanza è datata 23 settembre e impone ai proprietari delle aree ex Sloi ed ex Carbochimica, raccolti nel "Consorzio di bonifica e sviluppo Trento Nord", di predisporre ulteriori approfondimenti ambientali sulla situazione degli inquinanti (idrocarburi sul lato ex Carbochimica, piombo tetraetile e derivati sul lato ex Sloi): lo dovranno fare entro 120 giorni, quindi entro gennaio. Il Consorzio è formato dalle tre immobiliari che hanno in mano la parte più consistente delle aree inquinate: Mit srl della famiglia Tosolini , Tim srl (eredi Albertini ) e Imt srl (fratelli Dalle Nogare ).

Lo diranno gli sviluppi dei prossimi mesi, se l'ordinanza del ministro 5 Stelle rappresenterà una svolta nel futuro di Trento Nord, o se si tradurrà in un ulteriore, ennesimo prendere tempo.

Di certo, pare vogliano mettere da parte la "melina" Provincia e Comune di Trento. «Siamo ancora fermi» spiega l'assessore provinciale all'ambiente, Mario Tonina «io ero presente, nel febbraio 2019 in municipio a Trento, quando il ministro Costa assunse impegni precisi, e misi a disposizione i nostri uffici. Ma di più la Provincia non può fare, perché, trattandosi di un Sin (sito di interesse nazionale, ndr), la competenza è del ministero. Da allora, non è stato fatto nulla». Ha mai incontrato i privati proprietari? «Una volta, ad inizio legislatura» risponde Tonina «avevano chiesto di poter fare una grande soletta, evitando di intervenire nel sottosuolo. È chiaro che per loro è cambiato il contesto e non c'è più l'interesse a realizzare tutti i volumi previsti 15 anni fa (da 320 mila a 500 mila m³, ndr)».

L'assessore Tonina fa un'altra considerazione: «Il Comune ha la competenza urbanistica, ma oggi la situazione è la stessa di undici anni fa. Spero che questo sindaco e questa amministrazione abbiano la volontà di affrontare la situazione e dare una prospettiva diversa, in accordo con il ministro e i proprietari: quelle sono aree strategiche».

Ecco, il nuovo sindaco, Franco Ianeselli , assicura di voler intervenire. Subito. «La residenza spinta ed il centro commerciale previsti dal Prg non hanno più ragion d'essere. Voglio convocare, a breve, i proprietari delle are per capire che intenzioni hanno. L'intervento urbanistico è conseguente. C'è pure» aggiunge Ianeselli «la mozione approvata dal consiglio comunale, proposta da Carli, Raffaelli e Gilmozzi, che chiede di utilizzare il Recovery Fund anche per la rigenerazione urbana, e quello è un brano di città da rigenerare».

Sindaco, sta dicendo che, alla fine, pagherà Pantalone, cioè l'ente pubblico? «Le aree inquinate di Trento Nord» risponde il sindaco «sono una ferita aperta nella città, un cancro. Il pubblico può intervenire, ma dipende dalle previsioni urbanistiche. Se il pubblico si attiva è perché si prevedono funzioni pubbliche che il pubblico gestirà. Se l'intervento è al 100% privato, è chiaro che non paga Pantalone!».
In realtà, sul Prg c'è stato un intervento a fine consiliatura, che ha tolto il vincolo del piano attuativo unitario, e ciò permetterà di edificare l'area Sequenza a valle della ex Sloi. «Adesso, però» dice Ianeselli «dobbiamo superare lo stato di impasse: il Comune intende prendere in mano la situazione, confrontandosi con i privati».

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