Autocertificazioni e scontrini-prova: la polizia locale spiega chi può muoversi Vietata la passeggiata sul Monte Bondone

di Marica Viganò

L’autocertificazione è in duplice copia. Un foglio va all’automobilista, l’altro agli agenti per una verifica successiva.

Sono iniziati ieri i controlli delle forze dell’ordine alla circolazione. Nella forma non cambia nulla: come sempre le pattuglie saranno impegnate nel pronto intervento, nelle verifiche sul territorio, nel contrasto alla microcriminalità. Nella sostanza però la differenza c’è: non verranno chiesti solo patente e libretto, ma anche il luogo di provenienza e la destinazione. «Da dove viene? Dove sta andando» saranno le due domande a cui dovremo rispondere, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio del 9 marzo 2020, ribattezzato decreto #iorestoacasa. Evitare ogni spostamento non necessario e vietare gli assembramenti come forma di contrasto alla diffusione del Coronavirus: questa la ratio delle nuove disposizioni che interessano tutto il territorio italiano.

Il foglio per la dichiarazione personale, ossia l’autocertificazione, viene fornito (per chi non ce l’ha) dagli agenti che procedono al controllo. Si deve specificare la zona di provenienza e quella in cui si è diretti con la motivazione. Quattro sono le opzioni: comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.


Al centralino della polizia locale sono arrivate decine e decine di chiamate per chiedere consigli, informazioni, chiarificazioni sul nuovo decreto. Via libera per andare al supermercato nel proprio luogo di residenza, niente da fare invece per il pensionato che vuole raggiungere in auto la cantina sociale per fare scorta di vino.

La polizia locale di Trento precisa, in particolare, che è vietato andare sul Monte Bondone a fare una passeggiata o scialpinismo, anche per chi risiede nel comune di Trento, perché non si tratta di una situazione di necessità e oltre tutto qualora durante l’escursione si incorresse in un infortunio, si rischia di dover richiedere l’intervento dei servizi di soccorso, personale sanitario e ospedali già assorbiti dall’emergenza Coronavirus. Anche il Soccorso alpino dell'Alto Adige ha fatto un appello a non fare escursioni.

Ci si può spostare dunque solo per “situazioni di necessità”, come per fare la spesa e per andare in farmacia. Attenzione, non nel punto vendita che ci attira per le offerte speciali, ma in quello vicino. Se si abita in un luogo privo di servizi è naturalmente possibile raggiungere l’abitato più prossimo in cui svolgere le incombenze. Stesso discorso per la farmacia: ci si reca in quella del proprio paese o, se si abita in città, del proprio quartiere, salvo nei casi in cui - in orario notturno o nel fine settimana - si debba fare riferimento alla farmacia di turno. A chi dichiara di essere in viaggio per “necessità” si consiglia di conservare gli scontrini dei negozi nel caso di una verifica successiva da parte delle forze dell’ordine. È una “situazione di necessità” anche prendersi cura dei familiari che vivono soli o che sono malati, ma è bene ricordare che tutto ciò che si dichiara potrà essere oggetto di verifiche. Se si azzarda una mezza verità il rischio è di una denuncia per false attestazioni, per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità o anche per reati contro la salute pubblica. Attraverso l’anagrafe, ad esempio, non è difficile per gli agenti verificare la residenza dei parenti e se questi vivono soli.

I controlli incrociati per chi viaggia per “comprovate esigenze lavorative” sono abbastanza intuitivi: inutile mentire perché basta una telefonata al datore di lavoro per verificare quanto dichiarato. Anche chi autocertifica “motivi di salute” non può barare: in caso di visite specialistiche vengono chiesti l’orario e la sede dell’appuntamento, inoltre fa fede il ticket o la ricevuta di pagamento. Ovviamente la persona controllata non può trovarsi in una zona che troppo si discosta dal tragitto fra il luogo di residenza e la mèta.

Tanti i dubbi fra turisti italiani e lavoratori stranieri, dopo il discorso del Presidente del Consiglio lunedì sera: erano pronti a mettersi in viaggio dopo la chiusura degli impianti e, di conseguenza, delle strutture ricettive. Il rientro dal Trentino presso la propria abitazione è consentito. Basta compilare l’autocertificazione.

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