Rubano nove fusti di birra Poi festa nel giardino di casa

La protesta del gestore del ristorante l'Anfora

Hanno rubato nove fusti di birra della capacità di 30 litri ciascuno dal ristorante l’Anfora, nel parco di Melta. Poi hanno dato una festa nel giardino di casa. «Questo è davvero troppo» sospira Franco Ferraro, gestore della struttura di proprietà comunale inaugurata nel maggio dello scorso anno. Quello che in molti indicano come «tempio del pesce», nel corso dei mesi è finito ripetutamente nel mirino di vandali e malviventi.

Ora, i ristoratori chiedono all’amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Andreatta più controlli per garantire la sicurezza. «Ma qui i vigili vengono solo per comminare multe ai frequentatori del parco parcheggiano l’auto solo dove possono controllarla a vista d’occhio» commenta Ferraro, che aggiunge: «In questo modo vengono puniti i cittadini onesti tutelando i delinquenti». L’esercente è visibilmente arrabbiato: «Il Comune è un socio passivo che ci porta via il 60/70% del guadagno, ma che non ci tutela sotto nessun aspetto».

Secondo l’uomo, nell’ultimo anno sarebbero state depositate un centinaio di denunce alle forze dell’ordine. L’Anfora è stata dotata di occhi elettronici e custodi, ma evidentemente si tratta di strumenti non sufficienti, tanto che anche nelle ultime settimane sono stati registrati danni in qualche caso ingenti. L’ultimo caso risale ai giorni scorsi: «In orario di chiusura del ristorante si sono presentate due persone che per non urtare la sensibilità dei buonisti definirò “diversamente trentini”. Si aggiravano sul terrazzo, nei pressi del deposito dei fusti, così abbiamo intimato loro di allontanarsi, ma hanno insistito per avere due birre che poi non hanno pagato». La mattina seguente, gli esercenti hanno scoperto che erano spariti 9 fusti di birra. Nel giro di un paio di giorni di indagini fai da te si è scoperto che le birre rubate erano state servite agli amici dei predoni nel giardino di una casa Itea.

«Continuiamo a subire danni e atti vandalici - ripete Ferraro -. Ci hanno anche ricattato, dicendo che se avessimo pagato ci sarebbero stati svelati i nomi di quanti spaccavano i finestrini». Il titolare ha chiesto l’intervento di agenti in borghese per individuare ladri e teppisti: «Nulla è stato fatto, ma in compenso abbiamo ricevuto la visita della finanza e persino dell’ispettore dell’olio. I controlli vanno benissimo, ma perché non fanno la stessa cosa con chi delinque?». L’Anfora ha dunque avviato una raccolta firme: «Invito tutti, comprese le associazioni di categoria, a sottoscrivere presso la nostra struttura una petizione per sensibilizzare chi di dovere».

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