Ex Carbochimica, c'è l'accordo Bonifica, alla Provincia 18 milioni

di Andrea Bergamo

Provincia e curatore fallimentare dell’ex Carbochimica sotterrano l’ascia di guerra. La fabbrica di Trento Nord ha chiuso i battenti ormai da decenni, tanto che il ricordo della produzione di asfalti nell’area produttiva è ora legato soprattutto ai terreni contaminati, che andranno bonificati con una spesa milionaria.

Proprio per la copertura delle spese di bonifica - dopo le ordinanze del Comune rimaste inascoltate - da anni proseguiva il braccio di ferro in Tribunale tra Piazza Dante ed ex Carbochimica.

Le trattative intercorse nell’ultimo anno hanno portato al raggiungimento di un accordo tra le parti in causa per definire la vertenza. La Spa ritirerà il ricorso promosso a marzo 2015 presso la Corte di appello di Bologna, alla quale l’Avvocatura interna aveva ricevuto mandato di resistere. Passa dunque in giudicato la sentenza del Tribunale di Parma, che nel luglio 2014 ha ammesso la Provincia al passivo del fallimento Carbochimica per un importo pari a 18 milioni 356mila euro.

L’accordo transattivo con il fallimento Carbochimica è stato autorizzato dalla giunta provinciale guidata dal governatore Ugo Rossi nell’ultima seduta.

In cambio dell’abbandono della causa in appello, il «patto» prevede che la Provincia rinunci alle spese legali di 40mila euro liquidate secondo la sentenza del Tribunale emiliano e - tra le altre cose - il rimborso da parte dell’ente pubblico di oltre 123mila euro all’azienda, pari alla metà dell’imposta di registro dovuta per la sentenza di Parma.
Sentenza che, come detto, ammette la Provincia al passivo del fallimento della Carbochimica in via privilegiata per un importo complessivo che sfiora i venti milioni di euro «a titolo di spese preventivamente determinate ed effettivamente sostenute, per gli oneri di bonifica del sito di interesse nazionale di Trento Nord», come recita il dispositivo.

Ricordiamo che la responsabilità della società Carbochimica nella contaminazione dell’area in questione, era stata accertata con la sentenza del Tar di Trento nel 2005, la cui correttezza era stata peraltro successivamente riconosciuta dal Tribunale di Parma con una sentenza parziale del 2012.

Il procedimento civile era scattato in seguito al ricorso promosso da Piazza Dante nel giugno 2009, attraverso il quale l’ente pubblico chiedeva di essere ammesso al passivo del fallimento dichiarato dal Tribunale di Parma l’11 gennaio 2004. La somma inizialmente vantata dalla Provincia raggiungeva quota 23 milioni 309mila euro, ma è stata successivamente ricalcolata.

Nel corso degli anni è stata infatti depositata e scambiata una complessa documentazione sulla «ricognizione delle spese sostenute per la bonifica dei terreni» da parte dell’ente pubblico. Oltre agli importi di provenienza statale, la Provincia ha impegnato nel proprio bilancio, dal 2007 al 2011, somme per un totale di 18 milioni 356mila euro destinati specificamente a sostenere gli interventi per la bonifica dell’ex area industriale. Importo che ora Piazza Dante chiede di incassare.

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