Cittadini che si prendono cura dei beni comuni A Trento crescono le iniziative di volontariato

«Roba del Comun roba de nesun» dice un detto popolare. Nulla di più sbagliato. In epoca di spending review e casse vuote i beni del Comune sono beni di tutti, beni comuni da curare e valorizzare. Collettivamente. I «beni comuni» sono i cittadini che si prendono cura della propria città, senza delegare e senza aspettare che a farlo siano per forza le istituzioni, che di questi tempi spesso non hanno neanche le risorse per farlo.

Anche Trento ha capito quanta forza abbiano i gruppi che nascono dal basso per fare qualcosa insieme. E vuole aiutarli a crescere cercando di incanalare queste energie. Nel marzo scorso, ultimo atto prima delle elezioni comunali, è stato approvato il Regolamento per la gestione dei beni comuni, e nella nuova compagine di giunta a un'assessora, Chiara Maule, è stata affidata tra le altre cose la competenza sullo «sviluppo e gestione delle iniziative finalizzate alla partecipazione dei cittadini ed alla loro collaborazione per la gestione dei beni comuni».
Maule si trova a lavorare su un terreno che sembra sufficientemente fertile. Da qualche anno sono partite iniziative che coinvolgono decine, a volte anche centinaia di persone.

Il primo esempio concreto è stato l'Argentario Day, la giornata in cui la gente dei sobborghi della collina orientale scende in strada con guanti, sacchi e carriole e si mette al lavoro per ripulire strade, piazze e angoli nascosti. «All'inizio ho spinto molto e ci ho lavorato per mesi per farlo decollare - racconta Armando Stefani, presidente della circoscrizione - ma siamo riusciti a coinvolgere anche 5-600 persone sempre coltivando l'idea che bisogna passare dallo spot di una giornata all'adozione, cioè alla presa in carico da parte dei cittadini del bene comune».

Sull'esempio dell'Argentario altre iniziative simili sono nate sul territorio. Squadre di volontari sono scesi in piazza per ripulire Vigolo Baselga, i Solteri, Spini di Gardolo, Cadine, Villazzano Tre, i sentieri di Baselga del Bondone, la Sat dei Bindesi si è data da fare per tirare a lucido il centro don Onorio Spada a Villazzano, il gruppo Ana di Povo ha ripulito il monumento ai caduti, a Meano per «El rotol» la gente si è data da fare per abbellire il paese. In città si celebra la giornata della «panchina pulita» con i volontari nei parchi accanto a clochard e senzatetto. E anche gruppi di profughi hanno indossato le pettorine arancioni mettendosi a pulire marciapiedi.

Con l'aiuto e la spinta dell'amministrazione altre iniziative sono partite o stanno per partire. Con «Adotta un'aiola» si propone a cittadini e associazioni di prendersi cura degli spazi verdi pubblici con interventi di giardinaggio e pulizia. In questo ambito il giardino delle erbe aromatiche nel Giardino San Marco è curato dall'Associazione sclerosi multipla Franca Martini mentre l'orto di via Coni Zugna è affidato all'Anffas. Poi c'è la Social street di via S.Pio X, luogo dove i residenti si incontrano per concordare iniziative per il quartiere, scambiarsi libri e coltivare una cultura di appartenenza e buon vicinato.

Ora, con l'istituzionalizzazione del tema, il Comune assume anche un ruolo propositivo, senza volersi sostituire ai cittadini ma dando loro una mano. Assieme a Dolomiti Ambiente ad esempio promuove l'iniziativa «Al mio quartiere ci penso io» fornendo ramazze e sacchi per iniziative di pulizia. Eppoi con corsi di formazione per volontari volenterosi. «Io ho pensato di partire dai territori per vedere quali sensibilità e necessità emergono per poi attivare momenti di formazione, ma è importante che questa politica si attiva perché è la gente che ha indicato la strada» spiega l'assessore Maule.

Che ha l'ambizione di allargare gli interventi, oggi concentrati sulla cura dei luoghi, anche all'ambito del sociale. «Anche occuparsi delle persone è aver cura del bene comune» dice. L'importante è che rimanga la libertà dell'iniziativa e che il pubblico, pur dando una mano, non ci metta troppo il becco. «Sono germogli che devono crescere, diamo tempo e vedremo i frutti» commenta ottimista Maule.

Nuovi germogli potranno spuntare anche grazie all'uso delle tecnologie. È l'obiettivo che si pone «Trentofutura», la piattafroma internet nata all'interno di un progetto nazionale delle Politiche giovanili ma che ora può essere utilizzata anche per lanciare iniziative di cura dei beni comuni. Sul sito vengono postate idee, poche al momento ma siamo all'inizio, che possono essere riprese, rilanciate, sviluppate. E in calendario vengono indicati appuntamenti e riunioni per organizzare iniziative. Martedì ad esempio si incontrerà il gruppo che ha dato vita e sta dando seguito in via Suffragio al festival «Tutta la mia città», che ha trasformato spazi comuni vuoti in luoghi vissuti grazie a performance, concerti, degustazioni e letture. Anche questo è prendersi cura della città.

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