Villamontagna, lettera al Papa per far tornare don Enrico

Colpo di scena sera a Villamontagna, paese in subbuglio dopo che il parroco, don Enrico Pellegrini, ha lasciato per la seconda volta in due mesi la parrocchia. Fuori dalla Chiesa un gruppo di fedeli sabato si è posizionato con cartelli e striscioni per intercettare la gente che si stava recando alla messa delle 18. Ai parrocchiani hanno chiesto la firma in calce a due lettere, una indirizzata a don Enrico e l'altra nientemeno che a Papa Francesco.

Al Santo Padre chiedono di intervenire e far sì che il parroco, che formalmente non si è dimesso né è stato sfiduciato dalla curia, torni al suo posto e che gli sia lasciato operare senza intralci o, peggio, minacce. Sì perché questi residenti sono convinti che siano state propriole minacce a spingere don Enrico ad andarsene.

«Una parte della comunità - scrivono nella lettera rivolta a Bergoglio - non ha mai accettato il nuovo parroco e ha intrapreso contro di lui vergognose azioni, più o meno evidenti, di sabotaggio, boicottaggio e linciaggio morale, psicologico nonché mediatico, volti a minare le sue autorità. Fino ad arrivare a vere e proprie minacce che lo hanno definitivamente prostrato e indotto, a forza, a prendere la decisione di abbandonare definitivamente la comunità».

In realtà la scelta non sarebbe così definitiva. In contatto con il sacerdote i parrocchiani che si sono attivati, Paolo Morelli, Linda Morelli, Chiara Molinari, Alessandra Colombo, Elena ed Antonio Decarli e altri, hanno sondato la disponibilità a tornare sui suoi passi. Anche perché, sostituito nel compito di celebrare le messe del sabato e della domenica, di fatto don Enrico sarebbe formalmente ancora il parroco titolare.

Nella lettera a lui indirizzata chiedono al prete «con forza e a gran voce» di togliere dalla scena il consiglio pastorale in carica, nel quale si anniderebbe la fronda che gli ha dichiarato guerra, accettandone le dimissioni che lo stesso consiglio aveva messo a disposizione nella sua ultima seduta, il 7 gennaio scorso. «Tale consiglio - affermano ancora nella lettera - è infatti illegittimo poiché non votato (ma nominato dal precedente parroco) e quindi non rappresentativo della popolazione».

Il gruppo di parrocchiani pro don Enrico ha deciso di mobilitarsi spinto anche da un'ondata emotiva che ha scosso il paese, che in maggioranza sembra schierato con lui. «La gente in questi giorni ha continuato a chiederci di fare qualcosa, di cercare il modo di farlo tornare» raccontano. E in molti ieri sera hanno sottoscritto la lettera al Santo Padre. «Don Enrico ha avuto la sola colpa - vi si legge tra l'altro - di riavvicinare a Dio persone che da anni non andavano più in chiesa fra cui molti giovani, è stato compagnia per le persone sole, è andato a trovare i malati portando loro una parola di conforto». Insomma, ha lasciato un grande vuoto.

Gli estensori della lettera sono molto critici con la Curia trentina e nei confronti del vescovo Bressan, accusato di non aver mosso un dito a difesa del parroco. E si affidano così al Papa, sicuri che la lettera finirà sulla sua scrivania. «Abbiamo buoni canali, ci arriverà senz'altro».

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