Funivia tra Trento e Povo «priorità» da 25 milioni

Si era parlato di cremagliera, poi di scala mobile, poi ti tapis roulant (come quello usato in alcune località invernali, come Ortisei, per raggiungere le piste da sci) e poi di funivia. Sul collegamento tra Trento e Povo, dove hanno sede Fbk e il polo scientifico dell'Università, c'è chi ci ha scritto la tesi di laurea e chi ci ha costruito una parte della propria carriera politica. Ora la questione torna di attualità. E ad assicurare che non si tratta di una proposta elettoralistica sono in due: il sindaco Andreatta e l'assessore provinciale all'urbanistica Gilmozzi

di Andrea Tomasi

funiviaSi era parlato di cremagliera, poi di scala mobile, poi ti tapis roulant (come quello usato in alcune località invernali, come Ortisei, per raggiungere le piste da sci) e poi di funivia. Sul collegamento tra Trento e Povo, dove hanno sede Fbk e il polo scientifico dell'Università, c'è chi ci ha scritto la tesi di laurea e chi ci ha costruito una parte della propria carriera politica. Ora la questione torna di attualità. E ad assicurare che non si tratta di una proposta elettoralistica sono in due: il sindaco Alessandro Andreatta e l'assessore provinciale all'urbanistica Mauro Gilmozzi.


Non si vedono ancora né cavi né funi né cabinovie, ma a garantire che questa volta si fa sul serio sono due pezzi da novanta di Comune e Provincia. Il sindaco ne ha parlato lunedì sera nel corso di un incontro dibattito promosso dal Circolo Pd Marzola a Povo. E ieri la conferma è arrivata dall'assessore provinciale. Una risposta, che è anche partitica (Andreatta per il Pd e Gilmozzi per l'Upt), alla popolazione poèra. Il sobborgo collinare, che nel bene e nel male, negli anni ha vissuto uno sviluppo senza precedenti ora si trova a fare i conti con il flusso di traffico automobilistico in salita e discesa. E se è vero che qualcuno ancora si affida a piedi e gambe per raggiungere i dipartimenti dell'ateneo, è altresì vero che a farla da padrone sono ancora le quattro ruote. Da qui quindi l'idea dell'impianto funiviario con tre fermate: che dovrebbe partire da piazza Venezia, arrivare a Mesiano - sede dell'ex sanatorio che oggi ospita i futuri Ingegneri - per poi proseguire fino al polo di Scienze e Informatica (e della Fondazione Bruno Kessler). Capolinea: Povo Centro.


Il collegamento città-collina è considerato prioritario dal primo cittadino, che si prepara anche alla campagna elettorale per la conferma a Palazzo Thun. Dopo il collegamento ferroviario al futuro ospedale, previsto nell'area Ghiaie a Trento Sud, per Andreatta c'è la «questione Povo». «Non vi nascondo - ha detto lunedì sera ai militanti e simpatizzanti Pd (ma in sala non c'era solo il popolo Pd) - che per altri amministratori la priorità è il collegamento tra la città e il Monte Bondone (con un nuovo disegno della funivia di Sardagna, che andrebbe ben oltre Sardagna e che servirebbe la montagna del capoluogo non solo per la stagione dello sci, ndr). Io credo però che i tempi siano maturi per dare una risposta alla collina».

 

Nessuno si sbilancia in materia di costi (ma si parla di una cifra che va dai 20 ai 25 milioni di euro).  E nessuno dice quando si passerà dalle parole ai fatti. Gilmozzi ricorda che esiste un gruppo di studio «che da mesi sta studiando come intervenire». «Sono contento di quanto dice il sindaco, perché qui ormai è tempo di fare una scelta. Forse quello del collegamento con Povo è uno dei primi temi di cui mi sono occupato assieme al sindaco e all'assessore comunale Marchesi. Abbiamo coinvolto anche la Circoscrizione. Io non so quali ostacoli troveremo. Certo è che ci stiamo concentrando su questa ipotesi. Stiamo facendo una serie di valutazioni anche sulla formula da usare: non faccio previsioni sulla spesa, ma se si tratta di project financing si riesce a risparmiare. Certo è che una risposta si deve dare, tra residenti e studenti, il traffico di pendolari città-collina (e viceversa) è di circa 10 mila persone».

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