Vitalizi, accordo sul taglio del 20%

Ci sono volute altre sei ore di riunione ieri all'ufficio di presidenza del consiglio regionale per trovare la quadra sulla proposta di disegno di legge di riforma dei vitalizi sul quale però rimangono ancora alcuni punti da definire e dunque il testo finale sarà licenziato solo lunedì dopo un ennesimo confronto. Ieri, conunque si è trovata l'intesa - a parte la contrarietà di  Veronika Stirner Brantsch  (Svp) espressa nei confronti di tutta l'impostazione della legge - su due punti spinosi che erano rimasti in sospeso: l'età da cui è possibile ricevere l'assegno vitalizio e il tetto al cumulo dei vitalizi, per chi ne ha più di uno. Età pensionabile a 66 anni, anticipabile a 60 con penalità

di Luisa Maria Patruno

Ci sono volute altre sei ore di riunione ieri all'ufficio di presidenza del consiglio regionale per trovare la quadra sulla proposta di disegno di legge di riforma dei vitalizi sul quale però rimangono ancora alcuni punti da definire e dunque il testo finale sarà licenziato solo lunedì dopo un ennesimo confronto. Ieri, conunque si è trovata l'intesa - a parte la contrarietà di  Veronika Stirner Brantsch  (Svp) espressa nei confronti di tutta l'impostazione della legge - su due punti spinosi che erano rimasti in sospeso: l'età da cui è possibile ricevere l'assegno vitalizio e il tetto al cumulo dei vitalizi, per chi ne ha più di uno. Età pensionabile a 66 anni, anticipabile a 60 con penalità.

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Come riferito ieri, la mediazione che ha consentito di superare le divergenze tra l'indicazione della giunta e dei capigruppo di maggioranza di fissare a 66 anni l'età pensionabile e le sollecitazioni emerse in ufficio di presidenza ad abbassare il limite per chi ha svolto più di un mandato è stata quella che prevede penalità per chi vuole andare in pensione prima dei 66 anni. L'idea è stata suggerita dal consigliere  Pietro De Godenz  (Upt) e sposata dal presidente del consiglio regionale  Diego Moltrer  e dagli altri. In sostanza, l'età minima per poter godere del vitalizio è  66 anni , ma si consente di ridurla a  60 anni , con una decurtazione del  2%  sull'entità dell'assegno per ogni anno di anticipo della pensione. De Godenz ha ripreso la decurtazione del 2% prevista per le pensioni anticipate a 60 anni dalla riforma Fornero, anche se nel caso dei lavoratori è richiesta una contribuzione minima di 42 anni e rotti. In sostanza, gli ex consiglieri che vogliono avere il vitalizio a 60 anni dovranno rinunciare al  12%  dell'assegno che resterà ridotto anche una volta compiuti i 66 anni. Per poter chiedere la «pensione anticipata» sarà necessario aver svolto almeno due legislature (che poi oggi è il minimo per avere il vitalizio).
Questa nuova regola varrà solo per chi è ancora consigliere regionale o è un ex consigliere ma non riceve il vitalizio perché non ha ancora raggiunto l'età minima che ora è di 60 o 65 a seconda della legge applicabile nel caso specifico, viste le varie riforme intervenute negli anni che hanno alzato l'età. Chi già incassa il vitalizio anche se più giovane dei 60 anni continuerà a riceverlo tranquillamente.

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Tetto al cumulo dei vitalizi.
Ieri l'ufficio di presidenza ha anche fissato a  9.000  euro lordi al mese il tetto della somma di due vitalizi, ad esempio di ex parlamentare ed ex consigliere regionale. Se, ad esempio, il vitalizio lordo da ex parlamentare è di 8.000 euro al mese la Regione pagherà il vitalizio da ex consigliere fino a un massimo di 1.000 euro lordi. Oggi ci sono vitalizi (prima dell'attualizzazione) che arrivano a  10.400  euro lordi al mese, dopo l'attualizzazione si è oggi a  4.100  euro lordi massimo, che consente la somma con un altro vitalizio di pari entità. Verrà fatta una verifica su tutti gli ex parlamentari che ricevono due vitalizi come:  Tarcisio Andreolli, Aldo Degaudenz, Oskar Peterlini  e altri.
Taglio del 20% e ricalcolo.
È stata confermata la volontà di inserire nel disegno di legge un taglio del  20%  dell'assegno vitalizio e della cifra attualizzata e anticipata. Per l'attualizzazione sarà applicato un nuovo criterio di calcolo basato sulla curva dei tassi, che porta a un taglio delle cifre astronomiche calcolate dal metodo Tappeiner che arriva fino al  40%  in base a età, sesso e numero di legislature svolte. Con il taglio del 20%, gli attuali assegni vitalizi al massimo potranno arrivare intorno ai  2.350  euro netti al mese. I consiglieri avranno però anche la possibilità di rinunciare all'attualizzazione del vitalizio ritornando alla situazione precedente alla legge 6 del 2012 che ha previsto gli anticipi del vitalizio e le quote nel Fondo Family. Questi consiglieri dovranno restituire tutte le cifre ricevute (lo dovranno fare comunque, anche a rate, coloro che sono ancora in carica o non hanno raggiunto l'età minima) e sarà decurtato il 20% dal vitalizio. Ad esempio,  Pierluigi Angeli  se volesse ripristinare la sua situazione ante riforma 2012 dovrebbe restituire  299 mila  euro ricevuti come anticipo più la quota di  220 mila  euro che detiene nel Fondo Family. A quel punto tornerebbe a prendere un assegno mensile di  6.800  euro netti al mese decurtati del  20% , quindi  5.440  euro.

 

(nella foto i presidenti del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, e dell'assemblea regionale, Diego Moltrer)

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