Papa Francesco in Trentino, il 27 luglio sull'Adamello

Papa Francesco in Trentino. Un sogno? No, qualcosa di più: un progetto concreto, che potrebbe realizzarsi alla fine di luglio. Lo conferma Maurizio Pinamonti, presidente dell'Ana trentina, che ha incontrato il pontefice a Roma la scorsa settimana: «Abbiamo invitato ufficialmente Papa Francesco al 51° Pellegrinaggio in Adamello. La possibilità che il prossimo 27 luglio il pontefice arrivi in Trentino c'è. Sarebbe straordinario». Papa Bergoglio, spiega Pinamonti, si è dimostrato entusiasta all'idea di salire sull'Adamello, trent'anni dopo la storica visita di papa Wojtyla. «Ci ha detto che farà di tutto per esserci», racconta il presidente dell'Ana

di Nicola Marchesoni

papa francesco«Abbiamo invitato ufficialmente Papa Francesco al 51° Pellegrinaggio in Adamello. La possibilità che il prossimo 27 luglio il pontefice arrivi in Trentino c'è. Sarebbe straordinario che in occasione del Centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale e nell'anno in cui viene santificato Giovanni Paolo II, Bergoglio possa ricordare insieme a noi in Val Rendena le vittime di uno dei conflitti più gravi della storia moderna».
Maurizio Pinamonti, presidente dell'Ana (Associazione nazionale degli alpini) provinciale conferma la veridicità di una voce che negli ultimi giorni ricorre con sempre maggior frequenza. «Stiamo lavorando su vari fronti affinché si concretizzi quello che è a tutti gli effetti un sogno» precisa il numero uno delle penne nere locali. «Pur  non essendoci certezze, ci giungono segnali incoraggianti».
Rivela: «Durante lo scambio di battute che la scorsa settimana ha avuto in Vaticano con i componenti della Protezione civile trentina, il Papa ad una domanda specifica si è dichiarato disponibile ad accogliere il nostro invito. Era entusiasta. Adesso bisogna solo vedere se i vari tasselli andranno al posto giusto».
Monsignor Giulio Viviani, ex cerimoniere pontificio e persona informatissima su ciò che avviene ai massimi livelli della Chiesa, non si sbilancia: «Ho sentito anche io questa chiacchiera. Vedremo».
Maurizio Pinamonti è convinto che uno dei motivi che potrebbero portare Bergoglio a venire in Trentino, è anche il legame fortissimo che c'era tra Giovanni Paolo II e l'Adamello.
Il 16 luglio 1984, il sessantaquattrenne Karol Wojtyla è la sagoma scura di un atletico sciatore in giacca a vento blu che si gode la discesa estiva sul ghiacciaio delle Lobbie, nel gruppo dell'Adamello al confine tra le province di Trento e Brescia. Sulla pista,lo scortano con discrezione guardie del corpo e maestri di sci. L'incredibile blitz, una vera e propria rottura con la tradizione dei papi seduti sulla sedia gestatoria, ieratici e statuari, quasi immobili nella loro sacralità. Wojtyla, con quelle decisioni di impulso che fanno parte del suo carattere, ha deciso di accogliere l'invito di due giovani appassionati sciatori di Spiazzo Rendena, Gianluca e Marco Rosa: l'elicottero depositerà il Pontefice e il presidente della Repubblica Sandro Pertini, con l'inseparabile pipa, a quota 3350 metri. Il gestore del rifugio Caduti dell'Adamello, Martino Zani, l'ha saputo con breve preavviso e non crede ai suoi occhi: Pertini riparte con la sua scorta, ma Wojtyla si ferma a dormire al rifugio, e la mattina dopo si farà un'ultima sciata e reciterà l'Angelus al Crozon del Lares. Il suo segretario, Stanislao Dziwisz, dirà poi che non l'aveva mai visto così felice e rilassato.
Quattro anni dopo, il 16 e 17 luglio 1988, il Papa torna in Trentino, torna tra le montagne. Torna alle Lobbie alte, stavolta annunciato, a celebrare una messa per duemila persone, ricordando la tragedia della Grande Guerra combattuta su quelle cime. Va al santuario mariano di Pietralba in Alto Adige, ma soprattutto va a Stava, nel cuore della val di Fiemme, dove tre anni prima l'incuria dell'uomo e la sete di profitto hanno trasformato due bacini di decantazione di una miniera di fluorite, in due bombe di acqua e di fango che, spaccando gli argini, hanno percorso la valletta come un'orrida colata grigia, inghiottendo la vita di 289 persone.
La prima e unica visita ufficiale alla diocesi di Trento arriva il 29 e 30 aprile 1995.
«Giovanni Paolo II e Bergoglio - afferma Pinamonti - hanno lo stesso carisma. Emanano luce e bene. Per certi punti di vista sono, secondo me, simili. Vogliamo che il prossimo 27 luglio sia unico. Indimenticabile. Non lasceremo, è sicuro, nulla di intentato». I caduti dell'Adamello meritano, nel Centenario della Grande Guerra, qualcosa di speciale.

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