Trento, la protesta contro i vitalizi

Da settimane il dibattito politico trentino è monopolizzato dal tema dei vitalizi e delle cifre scandalose a beneficio di consiglieri ed ex consiglieri, e ieri è stato il giorno della rabbia. La rabbia in piazza. Più di trecento manifestanti hanno sfilato per le vie di Trento urlando la loro indignazione, al grido di «restituite il maltolto». La manifestazione era organizzata dal Centro Sociale Bruno e dai sindacati di base, ma gli applausi dei passanti, e le parole di incoraggiamento sono state numerose. D'altra parte le cifre di liquidazioni e anticipi pubblicate nei giorni scorsi sui giornali hanno colpito a fondo l'opinione pubblica. Conclusione davanti al palazzo della Provincia. Ma di consiglieri o ex, neanche l'ombra I vostri commenti Parla Bleggi (Bruno)Le voci dal corteo 

TRENTO - Un'assemblea pubblica davanti al portone d'ingresso della Provincia autonoma di Trento, nella stessa piazza Dante, su cui si affaccia anche il palazzo della Regione Trentino Alto Adige, ha concluso intorno a mezzogiorno il corteo che si è tenuto in mattinata per le vie del centro contro i vitalizi milionari dei consiglieri regionali.
 
I manifestanti hanno esposto striscioni con le scritte "è una vergogna, basta", "ridateci il malloppo", "basta vitalizi e privilegi ai politici" e "Trento meticcia, diritti per tutti", mentre al microfono i manifestanti si sono alternati a chiedere stipendi più ragionevoli per la politica e maggiore attenzione ai bisogni della gente, a partire da quelli della casa.
 
Annunciato con l'occasione un nuovo presidio per l'8 aprile, con tende in piazza Dante, a manifestare anche la notte davanti ai palazzi della politica. Presente inizialmente in piazza Fiera, dove i manifestanti si erano riuniti prima di partire in corteo, anche il consigliere circoscrizionale Paolo Serafini, noto alle cronache per gli insulti lanciati dalla sua pagina su un social network nel luglio scorso, che gli era costata anche il licenziamento dall'azienda pubblica locale di trasporti.
 
Poco dopo l'inizio del corteo è stato invitato da alcuni dei manifestanti ad allontanarsi, al suono di "fuori i fascisti dal corteo" e Serafini poco dopo è andato via
 
LA MATTINATA
 
 

 

 

 

 

 

 

 

VITALIZI AGLI EREDI

 

consiglioOgni giorno la già scandalosa vicenda dei vitalizi d'oro si arricchisce di un privilegio. Che non riguarda solo il «titolare» della pensione ma pure gli eredi: vedove, vedovi o figli che siano. Infatti, con l'anticipo di una parte della quota dei vitalizi gli eredi si vedono riconosciuta l'intera somma e non più solo il 65% della «pensione» del consigliere. Questo per effetto del regolamento del Fondo Family sul quale sono finite le quote dei 123 consiglieri ed ex consiglieri super privilegiati. Intanto, la questione vitalizi agita i Verdi trentini. I portavoce attaccano l'ex consigliere Bombarda che non ha ancora restituito i soldi, ma dimenticano la Berasi. Contro i privilegi della casta questa mattina si svolgerà una manifestazione di cittadini promossa da Csa Bruno, Sindacato di base (di Ezio Casagranda), Asc e Usb. L'appuntamento è per le 9.30 in piazza Fiera. Ieri intanto sono comparsi altri striscioni in città

 

 

 

CRITICHE A CHI HA RESTITUITO

 

La decisione di Tarcisio Andreolli di rinunciare ai 104.000 euro di anticipo ottenuti a seguito della riforma sui vitalizi agita le acque dell'associazione degli ex consiglieri presieduta da  Pierluigi Angeli . Uno degli esponenti più importanti dell'associazione,  Giorgio Grigolli , critica infatti la fuga in avanti del collega Andreolli, spiegando che nell'ultima riunione degli associati si era deciso di cercare di muoversi all'unisono per evitare scelte diverse tra un ex consigliere e l'altro. Da parte sua lo stesso Andreolli, chiamato in causa, spiega di non voler indicare una strada agli altri, ma di aver fatto solo una «scelta personale».
Intanto, per fare il punto sugli sviluppi della vicenda, in attesa che arrivi la legge regionale sui vitalizi d'oro, Angeli convocherà la prossima settimana una nuova riunione dell'associazione degli ex consiglieri, ma intanto non drammatizza la scelta di Andreolli.
A criticare Andreolli è Grigolli, che dice: «su questa specifica vicenda vorrei sottolineare, senza polemiche e con rispetto, che occorrerebbe fare riferimento alla deliberazione recente del direttivo dell'associazione presieduta da Angeli. Deliberazione in cui avevamo deciso di fare una valutazione propositiva e compiuta, in maniera costruttiva, senza atteggiamenti barricaderi, attendendo però prima un testo definitivo sulla materia in arrivo dalla Regione». Grigolli chiarisce, insomma, che gli ex consiglieri che hanno percepito le somme come indennizzi per il taglio dei vitalizi non chiudono alla possibilità della restituzione. Ma intendono prima verificare il quadro normativo che uscirà dalle decisioni del Consiglio regionale. «La norma che arriverà sarà da dibattere per introdurre le nostre proposizioni costruttive per quanto riguarda la restituzione» di quanto ricevuto afferma ancora Grigolli.

 

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RESTITUISCONO L'ANTICIPO DEL VITALIZIO

 

Dalle parole si comincia a passare ai fatti. Dopo i primi bonifici partiti la scorsa settimana dal Sudtirolo, anche gli ex consiglieri trentini hanno iniziato a contribuire al fondo regionale istituito per raccogliere i contributi di coloro che intendano rinunciare agli anticipi d'oro dei vitalizi. I primi a farlo sono stati Tarcisio Andreolli, già presidente della Regione, che ha restituito 104.697,52 euro, e Vincenzo Passerini, che ha trasferito 49.901,72 euro.

 

Entrambi hanno rinunciato all'intera somma loro assegnata. In attesa di altri bonifici, il verde Dello Sbarba propone un taglio radicale, riconsiderando il meccanismo della cosiddetta «attualizzazione» dei vitalizi che costa alle casse pubbliche la bellezza di 50 milioni di euro.

 

vitalizi consiglioVOCE SPECIALE

 

La giunta regionale ha deciso di istituire un nuovo capitolo di entrata nel bilancio di previsione della Regione per l'esercizio finanziario 2014 nel quale fare confluire i versamenti dei consiglieri regionali o degli ex consiglieri regionali che intendono restituire l'anticipo ricevuto sui vitalizi e le quote accantonate nel cosiddetto Fondo Family.
«Il capitolo - ha spiegato il presidente della Regione,  Ugo Rossi , - sarà vincolato ad un utilizzo di carattere sociale ed in futuro vi potranno confluire anche le somme che saranno recuperate in conseguenza della revisione dell'intera normativa, che prevederà l'istituzione di un apposito Fondo per l'occupazione e l'emergenza sociale che avrà la finalità di sostenere le famiglie e l'occupazione sul territorio regionale in coerenza con le politiche sociali, della famiglia e del lavoro di ciascuna Provincia autonoma».
Ieri, nonostante la pressione dell'assessore regionale al welfare,  Violetta Plotegher , che avrebbe voluto procedere subito con l'istituzione del Fondo vero e proprio e non solo di un capito nel bilancio della Regione, la giunta regionale ha deciso di rinviare il tutto al disegno di legge organico che si sta preparando per rivedere tutta la questione dei vitalizi e delle nuove pensioni dei consiglieri. Insomma, si è preferito andare con i piedi di piombo piuttosto che partire con un nuovo Fondo, quando ancora si stanno facendo i canti con i pasticci del Fondo family e dei fondi di investimenti a garanzia dei vitalizi.
La giunta regionale ha poi deciso di tagliare da  90.000  euro a  15.000  euro all'anno le proprie spese di rappresentanza. Il taglio è stato reso possibile grazie alla rinuncia ad usufruire delle spese di rappresentanza da parte del presidente Ugo Rossi e del vicepresidente  Arno Kompatscher , che essendo presidenti delle Province dispongono già di fondi di rappresentanza.
I 15.000 euro saranno ripartiti in egual misura, ovvero  5.000  euro a testa, fra gli assessori  Violetta Plotegher, Josef Noggler  e  Giuseppe Detomas .
Tra le altre delibere approvate c'è stato anche lo stanziamento di  68.000.000  di euro divisi fra le Province di Trento e Bolzano, per l'attuazione degli interventi per la gestione dell'assegno al nucleo familiare. Il presidente Rossi ha poi confermato il giornalista Francesco Marcovecchio all'ufficio stampa della giunta regionale.

 

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RETROATTIVITA'?

Intervenire retroattivamente sui vitalizi d'oro è possibile. Anche se l'incisività del taglio potrà essere più forte per chi ancora non riceve ogni mese l'assegno, arrivando fino a cancellare il vitalizio, se si sceglierà la soluzione più drastica; mentre per chi è già beneficiario di questa «pensione politica» si potrà intervenire solo con un ricalcolo della cifra, secondo «criteri di ragionevolezza ed equità». È questo l'orientamento che sta prendendo la giunta regionale guidata da Ugo Rossi alla luce di un primo confronto avuto ieri con il consulente professor Luca Nogler, il giuslavorista al quale all'inizio del mese la giunta ha dato l'incarico di verificare le possibilità di intervento in modo retroattivo per cercare di recuperare il più possibile le cifre astronomiche quantificate come anticipo dei vitalizi e come vitalizio perpetuo a 125 fra consiglieri ed ex consiglieri più le pensioni di reversibilità.
Ieri pomeriggio il giuslavorista Nogler è stato a colloquio per circa due ore con la giunta regionale, alla quale non ha presentato ancora un documento conclusivo ma ha dato comunque elementi importanti su cui lavorare per predisporre il disegno di legge di riforma dei vecchi vitalizi e l'eliminazione delle pensioni per i consiglieri in carica, che la giunta intende presentare ai gruppi del consiglio regionale ai primi di aprile.

 

ESPOSTO

La procura di Bolzano ha già aperto un'inchiesta d'ufficio per valutare se esistano ipotesi di reato nella vicenda dei vitalizi e degli anticipi d'oro agli ex consiglieri regionali. Ora anche i magistrati trentini vengono sollecitati a muoversi. Per iniziativa di Giovanna Giugni, consigliera comunale nel capoluogo e esponente del movimento politico «Punto e a capo», che ha depositato ieri un esposto.
A Bolzano la procura vuole capire in particolare come l'ufficio di presidenza del consiglio regionale abbia declinato nel concreto la legge sui vitalizi, attribuendo agli ex consiglieri i clamorosi anticipi che li hanno resi in un botto milionari. I magistrati altoatesini valuteranno se i criteri applicati per il calcolo delle rendite avessero una motivazione o si sia trattato di un privilegio che all'epoca, nel dicembre del 2012, i consiglieri membri dell'ufficio di presidenza decisero senza adeguata giustificazione.
Nel suo esposto invece la Giugni mette in dubbio la legittimità stessa della legge votata dal consiglio regionale e chiede dunque di valutare le responsabilità dei consiglieri che nel settembre del 2012 votarono in aula il provvedimento che metteva mano al loro futuro trattamento pensionistico. «Nella situazione verificatasi i Consiglieri che hanno approvato la legge regionale - scrive Giugni nell'esposto - hanno distratto, a proprio vantaggio e con evidente danno per la collettività, ingenti risorse economiche costituite con il sacrificio di tante famiglie. Ciò specialmente se il recupero delle somme dovesse rendersi impossibile in considerazione della già ventilata irretroattività della legge.» A suo giudizio con quel voto, che pure introduceva dei risparmi per le casse pubbliche rispetto alla ancor più generosa normativa precedente, sarebbe stato violato il principio di ragionevolezza e anche il principio costituzionale dell'eguaglianza di trattamento rispetto alle notevoli restrizioni imposte al trattamento pensionistico dei cittadini.

 

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