Animalisti anti Caterina «Gli animali prima di tutto»

Gli animali, prima di tutto. E di tutti: «Farmaci e ricerca si possono e si devono fare senza test su di loro, sul punto noi e Caterina rimaniamo su fronti opposti».Duri e puri, gli attivisti di Fronte Animalista e Animalisti Trentini che si sono dati appuntamento ieri in piazza d'Arogno per protestare contro la morte del maialino Ettore, non si sono sottratti a domande legate alla più stringente attualità. Ovvero al caso di Caterina Simonsen

di Leonardo Pontalti

Gli animali, prima di tutto. E di tutti: «Farmaci e ricerca si possono e si devono fare senza test su di loro, sul punto noi e Caterina rimaniamo su fronti opposti».
Duri e puri, gli attivisti di Fronte Animalista e Animalisti Trentini che si sono dati appuntamento ieri in piazza d'Arogno per protestare contro la morte del maialino Ettore («I vigili del fuoco volontari devono chiedere scusa, quelli di Gardolo per aver trattato in quel modo la padrona e per  aver macellato un animale senza autorizzazione; e la federazione provinciale, per non aver mosso un dito contro i loro colleghi»), non si sono sottratti a domande legate alla più stringente attualità.
Ovvero al caso di Caterina Simonsen, la 25enne padovana, studentessa di veterinaria a Bologna e colpita da quattro malattie genetiche rare, che nei giorni scorsi era stata brutalmente - o meglio ancora bestialmente - attaccata per aver difeso su Facebook la sperimentazione medica sugli animali: «Senza i test e la ricerca sarei morta a 9 anni - aveva spiegato - il mio obiettivo è laurearmi e salvare gli animali. Ma devo dire che ancora oggi la sperimentazione animale in Italia è necessaria e obbligata, fino a che non ci sarà un metodo alternativo valido».
Per queste sue parole è stata letteralmente messa in croce da molti animalisti. Un paio di commenti su tutti quelli apparsi sulla sua bacheca, solo per rendere l'idea: «Magari fossi morta a 9 anni, un essere vivente di m... in meno e più animali su questo pianeta». E ancora: «Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un'egoista come te».
Così, approfittando del ritrovo di animalisti da tutta Italia - per Ettorino, che scappò di casa e venne restituito alla padrona come lucanica in fieri, in svariati sacchetti da freezer, sono arrivati non solo dal Trentino ma anche da Feltre, Belluno, Vicenza, Pordenone, Desenzano, Brescia, Milano, Como - abbiamo cercato di capire se davvero tutti loro amino così tanto le bestie da lasciarsi andare a prese di posizione tanto bestiali.
«Certi commenti lasciati su internet o sui social network sono stati davvero di cattivo gusto - spiega uno dei coordinatori e portavoce trentino del Fronte Animalista,  Andrea Carè  - certo è che noi e quella sfortunata ragazza siamo e rimaniamo su fronti opposti. Non ho seguito più di tanto la vicenda, ma so che lei ha difeso la sperimentazione animale, mentre secondo noi deve essere completamente messa al bando».
Anche se in ballo ci sono la salute e la sopravvivenza di altri «animali», bipedi, confermano gli attivisti, tutti rigorosamente vegani (non semplicemente vegetariani, ma contrari ad ogni forma di sfruttamento degli animali, non solo in campo alimentare).
«Quello della ricerca e dell'utilità nelle cure mediche è un paravento, dietro cui si nascondono, ad esempio, le case farmaceutiche. Qualcuno di noi ha amici che soffrono di patologie anche gravi, ma che si stanno curando senza utilizzare né ricerca né farmaci per i quali siano stati sacrificati animali».
Insomma, senza dover per forza scendere all'infimo livello delle offese, la linea è quella tracciata da chi ha replicato a Caterina: gli animali non vanno sfruttati nemmeno per salvare vite umane, «dato che per riuscirci non serve utilizzare gli animali. Il problema è che finché questo non sarà chiaro a tutti, non si impiegheranno i fondi sufficienti per le ricerche in campo medico e scientifico di metodi che non sfruttino queste creature».

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