Degasperi in aspettativa, la cattedra alla moglie

Il posto di lavoro, una cattedra all'alberghiero di Levico Terme, è un affare di famiglia. E la famiglia è quella del neo consigliere provinciale grillino Filippo Degasperi. Dopo l'elezione, ha chiesto un'aspettativa, ma molto breve: dal 4 al 15 novembre. Per sostituirlo, la scuola ha chiamato i precari in graduatoria. Ben 36 docenti hanno declinato: troppo breve il periodo. Ad accettare è stata invece la moglie di Degasperi. Il quale ha poi chiesto l'aspettativa lunga. A quel punto, per l'anno in corso, le regole sulla continuità didattica hanno premiato la docente già subentrata. Ma lui replica: «Mia moglie ha già lavorato all'Alberghiero di Levico. Non c'è nulla di cui stupirsi. Il fatto che abbia preso il mio posto è stato solo un caso»

di Laura Galassi

degasperi m5sPer onorare al meglio il ruolo di consigliere provinciale, Filippo Degasperi, portavoce del Movimento Cinque stelle, ha deciso di chiedere aspettativa dall'occupazione di insegnante all'Istituto di formazione professionale alberghiero di Levico Terme. Il suo posto è stato occupato dalla moglie, Michela Gazzini, anche lei professoressa di matematica e informatica, uno «scambio» di lavoro tra coniugi che non è passato inosservato.


Degasperi, dopo aver appreso la lieta notizia dell'elezione in consiglio il 27 ottobre, ha comunicato alla scuola la necessità di assentarsi dalla cattedra con un'aspettativa per motivi personali da lunedì 4 novembre a venerdì 15 novembre. Il 31 ottobre la segreteria dell'Istituto di formazione professionale ha cominciato a chiamare le persone nella graduatoria provinciale per la disciplina matematica/informatica, partendo dall'ultima docente assunta per quella materia, che si trovava in posizione 64.


Il telefono ha quindi squillato per i precari dal numero 65 in poi. Trentasei persone hanno rifiutato il posto di lavoro, mentre ha accettato la numero 100, Michela Gazzini, moglie del consigliere Degasperi, che aveva già lavorato all'Alberghiero l'anno precedente. «Per assenze di personale inferiori alla settimana, la scuola può eseguire la sostituzione con personale interno. Se sono più di 7 giorni, invece, si deve attingere dalla graduatoria», spiega Stefania Galli, segretaria generale della Cisl scuola.


Pochi giorni dopo, il 18 novembre, mentre la sua compagna prendeva posto dietro la cattedra a Levico, il rappresentante del Movimento Cinque stelle ha comunicato all'Alberghiero che la sua assenza dalle aule si sarebbe prolungata per tutto il resto dell'anno scolastico. Degasperi ha quindi messo nero su bianco la richiesta di beneficiare dell'aspettativa per mandato politico dal 22 novembre fino a fine legislatura, prevista per il 21 novembre 2018.


A quel punto la scuola ha dovuto mobilitarsi per trovare un sostituto fino alla fine dell'anno scolastico in corso. Per continuità didattica a quel punto la prima candidata da contattare era Michela Gazzini, forte della sua assunzione per i 10 giorni di sostituzione. La moglie di Degasperi, il 19 ottobre, ha quindi firmato un contratto di lavoro a tempo determinato fino al rientro del titolare - suo marito - con termine massimo fissato per l'11 giugno 2014. La neo assunta lavorerà a Levico per 612 ore di insegnamento, con la qualifica professionale di insegnante della formazione professionale, laureato, con posizione retributiva «1». «In questo caso il docente che è già all'interno dell'istituto per una sostituzione ha la priorità e la proroga è scontata», precisa Galli.


Tornando alla prima sostituzione, quella più breve, alcune delle trentasei persone che hanno rifiutato il posto di Degasperi lo hanno fatto perché già occupate in altre supplenze; altre si sono dichiarate impegnate con ditte private, mentre alcune non erano raggiungibili al telefono. Tra le motivazioni del «no» c'era anche la speranza di ricevere una proposta a lungo termine. Lavorare a Levico per dieci giorni può non essere abbastanza appetibile per convincere qualcuno a rinunciare ad altre collaborazioni o a rischiare di farsi trovare «occupato» nel caso arrivasse una telefonata più ghiotta. «Quando avvengono le telefonate, la segreteria non è tenuta a comunicare chi è il docente in aspettativa, ma solo la classe di concorso e la durata della sostituzione. La risposta è una roulette russa, perché molti sperano di ottenere di meglio», conclude la sindacalista.

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