Poche vocazioni,  il dolore di Bressan

Bressan torna su uno dei problemi più gravi della diocesi, vale a dire la crisi delle vocazioni: «Una sofferenza che porto nel cuore - ha spiegato il vescovo - è quella di non vedere tra i trentini nuove vocazioni alle missioni e constatare che il numero dei missionari trentini in quarant'anni si è ridotto a un terzo e sta assottigliandosi»

bressanTRENTO - Monsignor Luigi Bressan, vescovo di Trento, ha concluso ieri in cattedrale l'Anno Giubilare, nel quale sono stati ricordati gli 800 anni dalla costruzione dell'attuale Duomo. Il vescovo ha ricordato alcuni eventi dell'Anno Giubilare, che «hanno contribuito ad un apprezzamento sempre più vasto del Duomo» e ha fatto sapere che sono stati raccolti 110.000 euro per la cattedrale di Meki in Etiopia. Il bilancio dell'evento è nettamente positivo. 

 

Ha detto Bressan: «Il merito va a tante persone dal Comitato per il Giubileo, ai confessori e a tutti i sacerdoti, ai generosi fedeli, ai cori, ai sacristi del duomo; ed altri potrebbero essere menzionati. Certamente si poteva fare di più, ma non possiamo non ringraziare il Signore per averci mostrato un volto concreto e bello di Chiesa ed averci aiutati a comprendere meglio che il cristianesimo non può essere vissuto come individualismo».

 

Il vescovo vorrebbe una comunità sempre più attiva, in cui «l'impostazione di una famiglia non sia di isolamento, ma di integrazione, con uno sguardo alle altre famiglie, alla comunità cristiana e al mondo intero».  Il quadro complessivo comporta naturalmente anche molte ombre: «Ci sono persone, e sono molte, che pur nate tra noi hanno smarrito il senso del cammino di vita, oppure mai hanno conosciuto Gesù».

 

Lo stesso Bressan torna poi su uno dei problemi più gravi della diocesi, vale a dire la crisi delle vocazioni: «Una sofferenza che porto nel cuore - ha spiegato il vescovo - è quella di non vedere tra i trentini nuove vocazioni alle missioni e constatare che il numero dei missionari trentini in quarant'anni si è ridotto a un terzo e sta assottigliandosi rapidamente».  «Si deve constatare che è venuto a mancare in troppi dei nostri fratelli l'incontro con Cristo. L'abbandono della messa domenicale non può che provocare uno svuotamento di senso della fede».

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