Andreatta: via movida da centro

Il diritto alla sicurezza, ma anche al riposo e al relax. Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, affronta a 360 gradi il dossier centro storico, dopo essere finito nel mirino dei residenti della Portèla. Ai quali assicura l'impegno per garantire sicurezza e vivibilità («ma senza militarizzare la zona, sarebbe un errore»). A tutti, invece, spiega che si sta cercando un'area cittadina che ospiti la «movida», per evitare eccessi e disagi ai residenti

di Nicola Marchesoni

AndreattaTRENTO - Ricerca ufficialmente partita. Il sindaco di Trento e i suoi assessori vogliono individuare quanto prima un'area cittadina - una delle ipotesi è la periferia dopo l'abitato di Gardolo - con le caratteristiche giuste per ospitare la «movida» cittadina. Tutte quelle attività e proposte di divertimento, cioè, rivolte in particolar modo alla fascia più giovane della popolazione e che mal si conciliano con il centro storico e i quartieri limitrofi.
A confermalo è lo stesso Alessandro Andreatta: «Ci stiamo dando da fare per trovare il luogo giusto da destinare allo svago dei nostri ragazzi. Dovrà avere determinate caratteristiche, ad esempio, essere raggiungibile con i mezzi pubblici ed essere lontano da grandi insediamenti abitativi». Aggiunge: «Arrivare ad avere uno spazio del genere, significherebbe non solo eliminare una lunga serie di problemi legati alla difficoltà di coniugare determinati divertimenti alla crescente richiesta di tranquillità dei residenti, ma dare un valore aggiunto a noi città universitaria».
Il primo cittadino di Trento arriva a parlare di questo argomento nell'ambito del rilancio della Portéla. Un argomento che sta seguendo con attenzione da qualche settimana.
Sindaco, negli scorsi giorni è stato diffuso un filmato che documenta le risse notturne, il degrado che avviene nei vicoli della Portéla e piazza Santa Maria Maggiore. L'ha visto?
«Guardate, non ha importanza se l'ho visto o no. Conta piuttosto che si sappia che io e la mia squadra abbiamo messo tempestivamente in atto una serie di iniziative per far tornare vivibile questo angolo cittadino».
Quali?
«Per prima cosa sono state tolte le panchine per evitare che la gente bivaccasse. Al loro posto saranno messe delle sedie. Sono, poi, stati scelti i punti dove collocare le telecamere. Trento dovrà essere sicura sia di giorno che di notte. Certe situazioni di microcriminalità non saranno mai più tollerate».
Non ha, però, voluto incontrare i componenti del Comitato per la rinascita di Torre Vanga.
«Con loro, tranquilli, mi confronterò a breve. La sinergia ente pubblico e comunità è fondamentale per risolvere un problema complesso come quello che stiamo affrontando. Mi piace, invece, la collaborazione nata con gli operatori economici. La richiesta di servire la birra in bicchieri di carta per evitare, in caso di risse, ferimenti da taglio di vetro è stata accolta in un attimo».
Nessuna divergenza, dunque, con loro?
«Assolutamente no. Se dal Comitato arriveranno idee buone, siamo pronti a prenderle in seria considerazione e ad esaminare la loro fattibilità».
C'è, intanto, chi continua a chiedere con forza una presenza più consistente alla Portéla di forze dell'ordine .
«Sono contrario alla militarizzazione della città. Finora non esistono spicchi, sarebbe grave che ci fossero, controllati a vista, 24 ore su 24, da polizia, carabinieri e Guardia di Finanza. Non è militarizzata, nemmeno, tanto per essere precisi, l'area dove c'è la sede di Casa Pound. Al questore Giorgio Iacobone avevamo chiesto maggiori controlli, siamo soddisfatti della risposta ottenuta. Con lui c'è un'ottima intesa. Se servirà torneremo a sederci intorno ad un tavolo e valuteremo provvedimenti supplementari. Vorrei aggiungere un'altra cosa».
Dica pure.
«La polizia municipale, se necessario, dovrà applicare con più severità, rispetto a quanto non stia già facendo, le norme che puniscono chi mette in atto comportamenti che disturbano quanti vivono e lavorano in un quartiere. Le regole vanno rispettate. Ecco il messaggio che deve passare. Qui non si tollera l'illegalità».
La percezione che Trento sia poco sicura, però sindaco, inutile nasconderlo, sta crescendo.
«Non esiste nessuna emergenza sicurezza. Ci sono solo delle situazioni, la Portéla su tutte, che vanno sanate. In maniera intelligente. Garantendo ogni tipo di diritto. Sia quello dei residenti, sia quello di chi a Trento ci viene per lavorare e, perché no?, a passare qualche ora di relax».

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