Rossi: «In giunta  chi fa squadra»

«Non si può parlare di assessori - spiega all'Adige Ugo Rossi - prima del risultato elettorale. È chiaro, comunque, che dovrò rispettare le indicazioni degli elettori (i voti) e gli equilibri nella coalizione, ma insieme alle competenze delle persone e alla loro capacità di lavorare insieme e di fare squadra»

di Luisa Maria Patruno

ugo rossiTRENTO - «Non ho incontrato Matteo Renzi perché non collimavano i tempi: avremmo dovuto vederci prima o dopo il momento pubblico al quale non ho voluto partecipare per rispetto delle dinamiche interne del Pd impegnato in una fase congressuale. Purtroppo l'incontro tra noi è saltato perché i suoi tempi strettissimi». Il candidato presidente del centrosinistra autonomista, Ugo Rossi, spiega così la sua assenza, lunedì pomeriggio, in una straripante sala della cooperazione per il comizio di Matteo Renzi.
Assessore Rossi, molti elettori del Pd non hanno ancora digerito l'idea di dover votare un candidato presidente del Patt. Non pensa che partecipando all'incontro pubblico con Renzi sarebbe stato sentito più vicino alla base Pd?
Non penso che gli elettori del Pd abbiano difficoltà a votarmi. In questi giorni di campagna elettorale ho fatto un lavoro di assoluta garanzia, ci stiamo muovendo insieme in vari appuntamenti e non ho sentito un Pd freddo.
Ieri il senatore Tonini (Pd) ha dichiarato che Mosna è un candidato «usa e getta» funzionale a Grisenti che vuole diventare consigliere provinciale e magari assessore se riuscirà a tenere la vostra coalizione sotto il 40%. Esiste l'ipotesi di un allargamento della maggioranza dopo le elezioni?
Ho saputo che in vari incontri non ufficiali ci sono persone dell'ala grisentiana che lanciano messaggi di questo tipo. Ma io credo che i cittadini ci chiedano la massima chiarezza e per quando mi riguarda è così: sono candidato del centrosinistra autonomista e sono convinto che la coalizione con cui mi presento vincerà le elezioni con un'ampia maggioranza. Non prendo in considerazione nessun'altra opzione di coalizione dopo le elezioni e penso che Diego Mosna, che è una persona seria e rispettabile, dovrebbe essere altrettanto chiaro con i cittadini. Prendiamo atto, comunque, che la sua coalizione si presenta con il vessillo del rinnovamento e dell'antipolitica, ma le persone che lo rappresentano ripropongono vecchie logiche nel fare politica e quindi hanno un difetto di credibilità.
Se dovesse vincere le elezioni quale criterio pensa di usare per formare la giunta? Non teme di trovarsi con una squadra di eletti troppo eterogenea per riuscire a lavorare insieme?
La mia prima preoccupazione ora è quella di vincere. E vorrei fare notare a chi ha ironizzato sul fatto che uno dei miei slogan è «vincere», che anche Matteo Renzi usa questo slogan «vincere» in contrapposizione a «perdere bene». Mi ha fatto piacere insieme al fatto che abbia dato una sferzata al Pd trentino parlando del recupero di una dimensione popolare e invitandoli ad andare a prendere i voti casa per casa.
Dunque come sceglierà gli assessori?
Non si può parlare di assessori prima del risultato elettorale. È chiaro, comunque, che dovrò rispettare le indicazioni degli elettori (i voti) e gli equilibri nella coalizione, ma insieme alle competenze delle persone e alla loro capacità di lavorare insieme e di fare squadra.

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