Basta Nicoletti e no all'idea di Olivi «segretario di fatto»

Il Pd che vuole cambiare ha fatto sentire forte la sua voce. Michele Nicoletti ieri sera si è presentato dimissionario, all'assemblea del Pd trentino ma ha anche aggiunto che la dialettica interna va «rinviata al dopo 27 ottobre», che è come dire: congeliamo la questione del segretario e del rinnovamento di tutti i vertici del partito a dopo le elezioni e restiamo tutti al nostro posto, con l'aggiunta magari di qualche rappresentante dei circoli scontento o di giovani che invocano una svolta

di Luisa Maria Patruno

Il Pd che vuole cambiare ha fatto sentire forte la sua voce. Michele Nicoletti ieri sera si è presentato dimissionario, all'assemblea del Pd trentino ma ha anche aggiunto che la dialettica interna va «rinviata al dopo 27 ottobre», che è come dire: congeliamo la questione del segretario e del rinnovamento di tutti i vertici del partito a dopo le elezioni e restiamo tutti al nostro posto, con l'aggiunta magari di qualche rappresentante dei circoli scontento o di giovani che invocano una svolta.
Ma la proposta più inattesa fatta dal segretario del Pd - e che è apparsa subito poco chiara - è stata quella di affidare all'assessore  Alessandro Olivi , candidato sconfitto alle primarie per la presidenza, l'incarico di «coordinatore di un gruppo di lavoro» per le elezioni di cui non si è capito bene il senso. Si è inteso che dovrebbe trattarsi di un gruppo per l'elaborazione del programma, vista anche la volontà del candidato presidente Ugo Rossi di collaborare in modo serrato in questa fase con gli altri candidati alle primarie. Ma alla fine è sembrato solo un modo surrettizio per far fare a OIivi il segretario senza chiamarlo così. Morale, le parole di Nicoletti, seguite da quelle di Olivi che ha invitato ad evitare «la resa dei conti» aggiungendo che «si vince e si perde assieme», hanno avuto l'effetto della benzina sul fuoco per quella parte dell'assemblea tra cui i rappresentanti dei circoli autoconvocati decisa a chiedere l'azzeramento dei vertici e un chiaro cambio di rotta. E infatti dopo gli interventi del segretario e di Olivi si è aperto il fuoco di fila dei sostenitori delle dimissioni dei vertici del partito che hanno perso le primarie e non certo per affidare il ruolo di coordinatore al candidato che non è riuscito a centrare l'obiettivo della candidatura alla presidenza della Provincia. Per accogliere le dimissioni di Nicoletti e chiedere quelle del presidente  Roberto Pinter  e di tutto il coordinamento non solo si sono espressi i circoli autoconvocati ma anche, tra gli altri, la consigliera provinciale  Sara Ferrari , l'ex onorevole  Luigi Olivieri , oggi assessore della Comunità delle Giudicarie, e con un lungo e accorato intervento il capogruppo provinciale  Luca Zeni  che ha esortato: «Ma oggi abbiamo bisogno di cambiare quella rotta. Senso di responsabilità vuol dire dare una prospettiva nuova al Trentino, restituire fiducia ai trentini. E vuol dire parlare di Trentino, perché tra le tante concause, il principale motivo della sconfitta alle primarie, è che non si è trasmessa una idea di futuro capace di generare condivisione e aspettative, e non basta certo una generica carta d'intenti. Abbiamo aspettato due settimane perché si maturasse all'interno quello che all'esterno è evidente da molto tempo. Purtroppo sono state le ennesime due settimane sprecate con una dirigenza che ormai scollegata dal suo elettorato, che si incolla alle poltrone, chiusa in un fortino, invece di aprirsi. Chiedo di trovare le persone che possano gestire il partito dando un segnale di cambiamento, siano  Maurizio Agostini, Lucia Fronza Crepaz, Italo Gilmozzi , chi vogliamo, ma purché passi l'idea che vogliamo cambiare linea. Diversamente meglio un congresso subito, anche se i tempi sono stretti». E su Olivi coordinatore Zeni ha aggiunto: «Annuncio il mio voto contrario alla proposta di far fare a Olivi il segretario di fatto. Anche la questione del voler forzare sul capolista ora più che increduli lascia esterrefatti». Nel dibattito dell'assemblea ha ripreso quindi quota l'ipotesi di un nuovo segretario, forse una troika con Agostini, Fronza (ma non fa parte dell'assemblea), Gilmozzi al posto di Nicoletti, e la richiesta che anche Pinter si faccia da parte, ma a tarda serata la discussione era ancora aperta e comunque il presidente dell'assemblea Pinter ha precisato che per l'eventuale nomina di un nuovo segretario serve la convocazione di un'altra assemblea.

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