Stop ai contributi Pat per le sfilate di miss Italia

La Provincia non deve più pagare per le sfilate e gli sguardi ammiccanti delle miss. È questo il succo dell'emendamento presentato ieri mattina dalla consigliera Margherita Cogo e firmato da tutti i consiglieri del Pd. La tesi del documento è che non ha senso investire soldi pubblici in un'iniziativa che veicola un'immagine stereotipata della donna. Il costo di un concorso di bellezza, con le sue ragazze giovani e belle, sempre sorridenti, non deve ricadere su tutta la comunità, soprattutto in un periodo nel quale la Provincia è chiamata a tagliare su molte altre manifestazioni culturali

di Laura Galassi

La Provincia non deve più pagare per le sfilate e gli sguardi ammiccanti delle miss. È questo il succo dell'emendamento presentato ieri mattina dalla consigliera Margherita Cogo e firmato da tutti i consiglieri del Pd. La tesi del documento è che non ha senso investire soldi pubblici in un'iniziativa che veicola un'immagine stereotipata della donna. Il costo di un concorso di bellezza, con le sue ragazze giovani e belle, sempre sorridenti, non deve ricadere su tutta la comunità, soprattutto in un periodo nel quale la Provincia è chiamata a tagliare su molte altre manifestazioni culturali.
La mossa di Margherita Cogo si inserisce nella polemica sollevata dalla sfilata di Miss Sportiva ospitata qualche giorno fa al Mart di Rovereto, alla quale sono seguite le dimissioni della vicepresidente dell'Agenzia dello sport Marta Baldessarini. Un gesto simbolico, quello della collega lagarina, che la consigliera provinciale rispetta e condivide.
Nell'emendamento che verrà discusso la prossima settimana in consiglio provinciale sono i finanziamenti dell'ex Trentino marketing (oggi una divisione turismo di Trentino Sviluppo) a essere sotto accusa. Non si parla di cifre straordinarie - Sonia Leonardi, la «patrona» di Miss Italia in Trentino, parla di circa 400 euro a serata -, ma di di una questione di principio. «Questa visione della donna-oggetto, bella da guardare, va superata e per farlo c'è bisogno di un cambiamento culturale. La nostra richiesta va in questa direzione», spiega Cogo.
Al sindaco roveretano Andrea Miorandi, che ha parlato di una sinistra snob incaponita su una questione non prioritaria, la consigliera Pd risponde a tono: «La sinistra che lui accusa di essere snob è quella che è a più stretto contatto con le donne comuni, con quelle che vorrebbero avere un ruolo più importante nella società ed essere considerate qualcosa in più che belle statuine».
E guai a dire che la questione «Miss Italia sì - Miss Italia no» è di poca importanza. Secondo Margherita Cogo questo atteggiamento svilente nei confronti dei temi al femminile fa parte di un gioco maschilista: «Possiamo occuparci tranquillamente di questa questione e contemporaneamente anche delle altre».
L'emendamento del Pd non vuole l'abolizione del concorso di bellezza più importante d'Italia, ma chiede al consiglio provinciale di pronunciarsi affinché i soldi di Trentino marketing non vengano più versati all'agenzia di Sonia Leonardi per organizzare le tappe della kermesse. «Personalmente anche se questi fatti di costume si estinguessero, io non ne soffrirei più di tanto», aggiunge Cogo.
Se i Comuni e le Pro loco vogliono continuare a sostenere la carovana delle miss, è il ragionamento della consigliera Pd, «noi non ci immischiamo», ma da qualche parte il segnale politico contro la mercificazione del corpo femminile deve arrivare.
Sonia Leonardi, da 9 anni dietro le quinte delle selezioni regionali di Miss Italia, risponde con calma al fuoco di artiglieria che in questi giorni le sta piovendo addosso. La sua Soleo show non è solo un teatrino dove mettere in mostra belle ragazze, ma è soprattutto un'impresa «rosa» che dà lavoro a molte persone. «Prima di accusare invito tutti a partecipare alle nostre serate e a vedere con i propri occhi quale messaggio mandiamo sulle donne. Noi non distruggiamo la loro immagine, la valorizziamo», si difende l'imprenditrice.
Per salire sul palco di Miss Italia le ragazze acquisiscono autostima e consapevolezza dei propri mezzi: secondo Sonia Leonardi il suo concorso riesce a trasformare ragazze timide in persone pronte ad affrontare le sfide. Per non parlare delle opportunità lavorative: «Chi ha i numeri viene contattato per servizi fotografici, eventi promozionali e programmi tv. Piccoli lavori che permettono alle universitarie di continuare gli studi».
Tagliare i fondi provinciali alla ventina di serate del concorso non significa strangolarlo, ma in tempi di ristrettezze economiche anche le poche centinaia di euro dell'ex Trentino Marketing fanno comodo. «È sbagliato negare l'appoggio a qualcosa di positivo, con un chiaro ritorno turistico, visto che la maggior parte dei nostri spettatori sono stranieri. Mi dispiacerebbe dover arrivare a far pagare il biglietto per vedere la sfilata», conclude Sonia Leonardi.

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