«Contrario alle primarie, convinciamo Alberto Pacher»

Una parte del Pd non si è ancora arresa all'idea che a ottobre Alberto Pacher lasci la guida della Provincia e non si ricandidi. Tra i più attivi nel pressing su Pacher c'è il sindaco di Trento, Andreatta, che spiega: «Mi sono dato il termine del 30 aprile per convincere Pacher a ripensarci». Secondo Andreatta i capisaldi del Pd devono essere il valore della coalizione e il riconoscimento del lavoro fatto dalla giunta provinciale uscente. Punti fondamentali non garantiti da candidature come quelle di Zeni o Borgonovo Re. Domani ci sarà l'assemblea del Pd sul nodo primarie e anche su questo Andreatta è chiaro: «Sono contrario alle primarie del Pd prima di quelle di coalizione, si rischia di creare solo divisioni»

di Luisa Maria Patruno

pacher«Mi sono dato il termine del 30 aprile per convincere Ale Pacher a ripensarci e a candidarsi alla presidenza della Provincia: mancano 5 giorni. Dopodiché non insisterò più». Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, si ritrova in linea con il gruppo di sindaci (tra cui Andrea Miorandi e Adalberto Mosaner) e amministratori del Pd, che ritengono prioritario per il partito partire dal valore della coalizione e il riconoscimento del lavoro fatto dalla giunta provinciale uscente. Sono due punti fondamentali che, si capisce, Andreatta non vede garantiti da candidature come quelle di Luca Zeni o Donata Borgonovo Re. Per questo, insiste con Pacher, che in questi giorni è bersagliato dagli appelli del tipo «lo ha fatto Napolitano a 88 anni puoi farlo anche tu». E insieme è molto perplesso sull'efficacia delle primarie.
 

Sindaco Andreatta, è stata convocata per oggi l'assemblea provinciale del Pd per decidere sulla questione primarie per la scelta del candidato presidente. Lei che posizione ha?
Io non faccio parte dell'assemblea, ma se sarò invitato dirò che si deve insistere sull'alleanza, come ho fatto assieme ad altri sindaci quando si trattò di discutere di presentarci come coalizione al Senato, mentre c'era chi voleva un accordo solo tra Pd e Patt. In questo momento, poi, penso che non ci siano più neppure i tempi tecnici per pensare di fare le primarie del Pd e poi quelle di coalizione, oppure quelle di coalizione a doppio turno, visto che siamo a fine aprile.
 

Dunque lei è contrario a che si facciano le primarie?
Io sono contrario al fatto che si facciano primarie del Pd prima di quelle di coalizione, con il risultato magari che la spunta un nome per nulla gradito o che non gode la stima delle altre forze della coalizione. Sarebbe un inutile consumo di energia, tempo e fatica per creare solo divisioni.
 

Ma se non vuole neppure il doppio turno nelle primarie di coalizione vuol dire che il Pd rischia di presentarsi con più nomi, favorendo un candidato di un altro partito? Va bene lo stesso?
Kessler dice che andrebbe bene lo stesso il fatto che ci siano 4 nomi del Pd, 2 Upt, 1 Patt e magari altri, in una sorta di primarie selvagge, perché sono i cittadini a decidere. Ma io non sono d'accordo ad avere un candidato presidente che vince con solo il 25% e magari battendo di poco un altro nome, perché ci ritroveremmo alle elezioni con un candidato debole. Noi dimentichiamo che i componenti dell'assemblea provinciale del Pd sono stati scelti con le primarie, dunque queste persone elette dalla base potrebbero anche fare politica e assumersi la responsabilità di prendere una decisione convergendo su un nome da presentare alle primarie di coalizione. Non sarebbe un golpe, ci può stare. Poi ci presentiamo alle primarie di coalizione, che verranno organizzate secondo i filtri e le griglie di partecipazione, che saranno decisi assieme agli altri.
 

Lei più volte ha rivolto appelli al presidente Pacher perché ripensasse la sua decisione di non candidarsi. Continua a insistere?
Sì, mi sono dato il termine del 30 aprile per riuscire a convincerlo. Mancano pochi giorni, poi non glielo chiederò più.

 

Se non ci sarà Pacher il suo candidato è l'assessore Alessandro Olivi?
Prima vediamo se in questi giorni Pacher cambierà idea.

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