Accattoni: «Durante mercatini  guadagnano 4.000 euro»

Sono molto ben organizzati, come se il loro fosse un lavoro qualsiasi. Arrivano di buon mattino in città, a Trento, in treno o a bordo di vecchi furgoni. Sono dei mendicanti professionisti, spesso provenienti dall’Est, che hanno fatto dell’elemosina un lavoro. Il Comune: qui per raggranellare i soldi per costruirsi una casa. Nel periodo dei mercatini incasso fino a 4 mila euro al mese

di Daniele Battistel

poverta_5985453.jpgTRENTO - Arrivano - chi in treno, chi trasportato da vecchi pullmini con targa dell’Est Europa - la mattina presto in città. Si trovano nei pressi della stazione ferroviaria o all’entrata della stazione delle autocorriere in piazzetta da Vinci. Si mettono d’accordo su come dividersi le zone del centro storico. Poi partono. Alla conquista delle migliori postazioni per fare soldi. Sono i mendicanti professionisti che a Trento, come in altre città d’Italia, hanno fatto della richiesta d’elemosina il loro lavoro quotidiano.


Almeno un centinaio - secondo delle analisi fatte dal Comune - organizzati in una sorta di cooperativa familiare che lavora per due - tre mesi in modo da recuperare la somma necessaria per poter vivere in Romania (la maggior parte di loro proviene infatti dalla Transilvania), lasciando poi il posto ad altre compagnie.


A squarciare il velo su questo fenomeno che rischia di passare inosservato a chi non è addetto ai lavori è stato il consigliere comunale Claudio Cia. Il quale - dopo una serie di appostamenti e di riscontri per mezzo di persone che per lavoro frequentano diversi luoghi della città - ha presentato una sorta di inchiesta - interrogazione in Comune. «La richiesta di elemosina - scrive Cia nella premessa del suo intervento - è lecita purché sia una legittima richiesta di umana solidarietà, volta a far leva sul sentimento della carità. A Trento sta però dilagando una sorta di accattonaggio organizzato che spesso è praticato in modo ripugnante, vessatorio, molesto e che arriva perfino a simulare deformità o malattie, adoperando anche mezzi fraudolenti per richiamare l’attenzione e suscitare compassione e pietà dei passanti.

 

Basta recarsi alla stazione dei treni di buon mattino (dalle 6.30 alle 7) per incontrare i tanti professionisti accattoni che, dopo un breve briefing in cui si spartiscono la città, durante il giorno incontriamo ovunque davanti a chiese, ospedali, centri commerciali, scuole, cimiteri, ecc. Ormai sono parte dell’arredo urbano anche se i loro volti continuano a cambiare perché, una volta raggiunto il budget preventivato, si spostano e cedono il posto ad altri: turnover come in un’azienda».

 

Cia sottolinea come il fenomeno - per quanto caratteristico e pittoresco si voglia descriverlo - nasconde in sé due gravi problemi. Il primo riguarda il pericolo dello sfruttamento che, al pari di quello legato alla prostituzione, può interessare gli elementi
più deboli del gruppo. Il secondo è quello legato al rispetto delle leggi.

 

Il consigliere ricorda infatti che a Trento vige un regolamento di polizia urbana che vieta, sul territorio comunale, di «mendicare nelle fiere e nei mercati, davanti a edifici pubblici, ospedali, scuole». Per chi trasgredisce sono previste sanzioni amministrativi da 27 a 162 euro. «Ma allora - si chiede il consigliere - perché il nostro territorio è così gettonato?». La risposta l’ha cercata là dove è possibile trovarla, cioè dalla polizia locale.

 

Ebbene, dai dati che gli ha fornito il Comune dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2012 gli agenti della polizia locale di Trento hanno elevato complessivamente 434 violazioni alla norma che vieta l’elemosina davanti ai luoghi sensibili. «Ma di queste - svela ora Cia - soltanto una è stata pagata per un importo pari a 55 euro». «Neppure sufficiente - il suo
commento - per pagare il cartaceo dei restanti verbali di violazione non saldati». Da qui una seri di domande che saranno fatte al sindaco il Consiglio comunale con l’obiettivo di chiedere strumenti per dissuadere e contrastare l’accattonaggio in città.

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