I trentini salvi sulla nave affondata

C'erano anche molti trentini tra i passeggeri della nave da crociera Costa Concordia affondata venerdì notte al largo dell'Isola del Giglio in Toscana. Un naufragio con 3 morti e decine di dispersi. Drammatico il racconto dei trentini sopravvissuti. «Un botto tremendo, era come se tutto girasse», dicono Lorena e Fiore Amistadi di Roncone, in vacanza con 2 figli. Grande paura per Marco e Mariangela Ebli, di Trento, che erano sulla nave col figlio di 22 mesi e con i cugini Grazia Abbasciano, Alessandro Chistè e i tre figli. Non mancano le accuse: «Non c'erano abbastanza scialuppe», raccontano Renzo e Wilma Roncher, di Dro, nota coppia di ballerini pluricampioni d'Italia. Nel video il racconto dell'inviato di Rainews24

di Andrea Tomasi

I TRENTINI

Giornata da dimenticare per Costa Crociere. Ieri, nel caos di una giornata terrificante, i responsabili dell'ufficio comunicazione della società - a telefoni roventi - hanno ricostruito la provenienza dei passeggeri regione per regione, basandosi sulla data di nascita. Così in serata risultavano presenti 26 persone provenienti dal Trentino Alto Adige.
Certi, a quanto ci risulta, sono i nomi di 16 passeggeri provenienti dalla provincia di Trento: Marco Ebli e Mariangela Agostini, con il figlio Federico (di Trento); Alessandro Chistè e la moglie Grazia Abbasciano con i figli Davide, Federico e Gianluca (di Lavis); Lorena e Fiore Amistadi, con i figli Luisa e Alessandro (di Roncone);  Renzo Ronchei e Wilma Cattoi (di Dro) e due passeggeri provenienti dalla Val di Non.
Giornata da dimenticare per tutti loro, che però (come si capisce leggendo le varie dichiarazioni) in queste ore sono solo felici di essere riusciti ad uscire incolumi da questo disastro, del quale si discuterà a lungo. Nei prossimi mesi si parlerà degli errori commessi e della preparazione dell'equipaggio della nave.

 

L'INTERVISTA

«Pronto mamma. Siamo sull'Isola del Giglio. La nostra nave sta affondando. Ma noi stiamo bene. Non preoccuparti». Più o meno con queste parole  Marco Ebli  ha comunicato alla madre cosa è successo venerdì notte. Erano da poco passate le 23.30. Lui, la moglie  Mariangela Agostini  e il figlio  Federico,  di appena 22 mesi, da poco scesi dalla scialuppa di salvataggio, hanno telefonato a casa.
Una notte da incubo per la famiglia trentina che da tempo aveva progettato quella crociera. I tre si erano imbarcati assieme ai cugini,  Grazia Abbasciano  con il marito  Alessandro Chistè  e i tre figli:  Davide  (10 anni),  Federico  (7) e  Gianluca , di 4 (ne parliamo sotto). Una vacanza sognata e poi programmata, nei minimi dettagli: «Una vacanza che ha rischiato di trasformarsi in tragedia».


Alle 21.35 si è sentito un colpo fortissimo. Marco - che lavora nell'impresa di famiglia - la «Ebli materiale da costruzione e autotrasporti di via Doss Trento» - era al casinò della Costa Concordia, al quinto piano. «Ero al ponte 5 - ci racconta al telefono - che è centrale. Si è sentito un grande botto e poi la nave ha rallentato bruscamente. Nel giro di poco si è inclinata. E c'è stato il black out». Quando si sono spente le luci la gente ha iniziato ad urlare. «Si è scatenato il panico. Per fortuna, all'imbarco, a Savona, avevamo fatto tutti le prove di evacuazione. Siamo corsi nelle nostre stanze e abbiamo atteso istruzioni».


In camera, al settimo piano della nave, lo aspettavano la moglie Mariangela e il piccolo Federico. «Dagli altoparlanti i responsabili dell'equipaggio, a nome del comandante, ci hanno detto che si trattava di un problema di generatori». Mezz'ora dopo però è scattato l'allarme. «La nave era inclinata e tutti avevano capito che il problema era ben più grave di quanto ci era stato detto. Avevano cercato di tranquillizzare noi passeggeri, ma poi si è sentito il classico suono con cui si ordina a tutti di andare verso le scialuppe».
Marco e Mariangela, con in braccio il bimbo, indossati i giubbini salvagente, hanno cercato i cugini, che però erano in un'altra zona della nave. Nel caos non sono riusciti a trovarli. Sono stati fatti sedere su una scialuppa. «Devo dire che quelle imbarcazioni sono state messe a mare con non poche difficoltà. Anche il personale mi è sembrato decisamente impaurito, direi nel panico. Poi il motore della scialuppa si è avviato».


Arrivati a riva, Marco e la moglie - con il piccolo fra le braccia con addosso la tutina e una giacchetta - sconvolti, hanno chiamato sul cellulare i cugini, Grazia e Alessandro, titolare della «Chistè costruzioni e ristrutturazioni», che nel frattempo erano saliti su un'altra barca con i loro bambini. «Siamo stati accolti, con un centinaio di altri passeggeri, in un asilo gestito da suore, che con noi sono state splendide».


La stanchezza si fa sentire. «Siamo svegli da 36 ore- ci dice Marco Ebli prima di chiudere la telefonata -. Era la nostra prima crociera». Poi, visto che l'avventura per loro si è conclusa nel migliore dei modi, gli scappa quasi una risata: «E forse è anche l'ultima crociera che facciamo...». Da Trento i parenti delle due famiglie si sono mobilitati: ieri mattina Renzo Ebli, con il padre di Grazia Abbasciano e di Alessandro Chistè, si sono lanciati in autostrada: sono andati a prendere figli e nipoti a Porto s.Stefano. Donne e bambini sono rientrate a Trento nella notte, mentre gli uomini sono andati a Savona a recuperare le auto.
Una vacanza «indimenticabile», anche per chi è rimasto a casa con il cuore in gola. È il caso della signora Sandra Ebli, la mamma di Marco, che venerdì sera aveva risposto a quella telefonata surreale: «Mamma la nave è affondata, ma stiamo tutti bene».
(Approfondimenti e interviste sull'Adige in edicola)

comments powered by Disqus