Sanità

Nuovi computer, caos e lunghe attese al pronto soccorso di Rovereto

Utenti e sindacati riferiscono di pesanti disagi in seguito all'implementazione del nuovo sistema informatico. La Cisl: chiediamo l'immediata sospensione, si trasferisca la sperimentazione a un pronto soccorso meno affollato, come Borgo o Cavalese. Nel mirino la farraginosità del software che rallenterebbe le procedure burocratiche e le comunicazioni necessarie con gli altri reparti dell'ospedale

di Giancarlo Rudari

ROVERETO - «Sembrava di vivere in un girone infernale, in un vortice che ti inghiotte con il rischio di trasformare il paziente in un fantasma... Ore e ore di attesa, richieste di visite specialistiche o di esami clinici mai arrivati a destinazione o arrivati con un vergognoso ritardo, i referti che non sono di immediata lettura...

E poi proteste, urla, tensione alle stelle tanto che ci è mancato poco che qualcuno mettesse le mani addosso al personale che con questa storia non centra assolutamente nulla. Anzi, anche il personale stesso è vittima di un caos scoppiato al pronto soccorso...».

E dove è successo (e magari capiterà anche oggi) tutto questo? In un ospedale di qualche sperduta periferia del mondo? Macché: siamo a Rovereto, al pronto soccorso del Santa Maria del Carmine precipitato nel caos nella fase di installazione del nuovo Sistema informatico ospedaliero (Sio). Un sistema che, grazie alla nuova tecnologia adottata, «trasformerà profondamente il modo in cui saranno gestite le informazioni cliniche e amministrative dei pazienti».

Chapeau, tanto di cappello, al «sistema integrato, efficiente e all'avanguardia che supporterà il personale aziendale nel fornire cura di alta qualità e ottimizzare i processi operativi» come spiega l'Azienda provinciale per i servizi sanitari che ha deciso di avviare la procedura, da estendere entro pochi mesi a tutto il Trentino, partendo proprio da Rovereto.

«Una scelta sbagliatissima, lo avevamo detto all'Apss, partire da Rovereto e i risultati ampiamente previsti si sono visti. Per questo - affermano Sandro Pilotti (segretario) e Alfio Traverso della Cisl Fp-sanità - chiediamo l'immediata sospensione del nuovo sistema informatico e di partire con la sperimentazione da un pronto soccorso "minore" in termini di accessi giornalieri come potrebbero essere Borgo o Cavalese. 

Abbiamo parlato con gli operatori che ci hanno parlato di un disastro sia sui tempi di attesa, aumentati del 60%, sia sulla sicurezza dei pazienti messa a rischio». 

Un esempio? Un paziente con un sospetto ictus ha dovuto attendere due ore per poter fare una tac perché in radiologia non vedevano la richiesta. A raccontare l'odissea di ore e ore (addirittura si parla di gente vista dopo 11 ore di attesa) trascorse al pronto soccorso per una semplice emergenza o per una visita che comportava accertamenti specifici sono stati i pazienti stessi o loro familiari rimasti per ore in sala di attesa piuttosto che in radiologia o altro reparto specializzato pazientando per essere sottoposti ad un esame diagnostico. 

«Non si capiva più niente: gente che chiedeva informazioni senza ottenere un'adeguata risposta, altri bloccati perché il reparto specializzato non "rispondeva" al pronto soccorso, consulenze che non arrivano mai: una cosa indecente, mai vista. Bambini e anziani travolti da questo tsunami e intrappolati in questo sistema operativo che ha fatto infuriare tutti: i pazienti e gli operatori stessi» racconta un cinquantenne arrivato al S. Maria del Carmine con un familiare in serata e uscito a notte fonda. 

«Un'indecenza: ma la tecnologia non dovrebbe essere al servizio delle persone e non viceversa? Già all'accesso la situazione è apparsa subito caotica considerato il prolungarsi di semplici operazioni di registrazione al computer: un tempo questione di pochi secondi diventati ora minuti interminabili. Anche perché il primo rallentamento è andato a ripercuotersi con un effetto domino su tutto il percorso ospedaliero.

«E visto che al pronto soccorso di Rovereto si registrano in media 150 accessi al giorno i ritardi si sono moltiplicati in maniera esponenziale creando in primo luogo un caos incredibile con momenti di alta tensione tanto che il personale del pronto soccorso ad un certo punto - raccontano i due esponenti della Cisl sanità - ha fortemente temuto di essere aggredito fisicamente. Così non va, assolutamente». 

Sotto accusa sarebbe la farraginosità del sistema operativo che rallenterebbe, invece che accelerare, tutte le procedure burocratiche. Ma non solo: il sistema non sarebbe totalmente inadatto al pronto soccorso, non in grado di dialogare con altri sistemi operativi e di comunicare con gli altri reparti dell'ospedale e isolato all'interno dell'Azienda sanitaria. 

«Serve una cosa snella, veloce che si adatti alle necessità del pronto soccorso. Dal canto suo l'Azienda sanitaria, al di là di sottolineare l'importanza del rinnovamento tecnologico, ha ricordato «che il personale tecnico e sanitario ha operato con impegno e dedizione per limitare le eventuali criticità organizzative» riconoscendo che «le fasi iniziali... hanno fatto registrare alcuni rallentamenti per i codici bianco e verde generando comprensibili diagi per i quali l'Apss si scusa con i cittadini».

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