Rovereto / La denuncia

Incivili al volante, la rabbia degli autisti dei bus: «Ogni giorno decine di auto nei nostri spazi»

Zobele (Uil Trasporti): «Almeno un tempo quando gli facevi notare che erano fermi sui nostri posti si sentivano in colpa, oggi reagiscono a muso duro, sempre più aggressivi. Bell’esempio per le migliaia di studenti che trasportiamo Impedire al bus di raggiungere il marciapiedi danneggia soprattutto l’utenza debole, a cominciare dagli anziani»

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TRENTO. Gli autisti di Trentino Trasporti in servizio sulle tratte urbane di Rovereto e sulla maggior parte delle tratte extraurbane del piano d'area che insiste sulla città della Quercia lamentano un allarmante aumento di auto parcheggiate irregolarmente sugli stalli destinati ai mezzi pubblici. E non solo aumentano gli automobilisti che occupano allegramente gli stalli gialli del bus. Peggiorano anche le loro reazioni quando viene fatto loro presente che hanno sbagliato.

«Qualche anno fa - commenta Erik Zobele (nella foto), autista di Trentino Trasporti e delegato Uil Trasporti - c'era almeno una sorta di coscienza ad essere nel torto quando venitano pizzicati. Oggi invece notiamo un atteggiamento sempre più aggressivo nei confronti dei colleghi che "si permettono" di far notare a questi zelanti automobilisti, quando si trovano, di non essere nel posto giusto».

Quella in corso a Rovereto è, secondo chi per mestiere guida autobus e corriere, «una triste e perversa tendenza in atto ormai da tempo che vede in preoccupante aumento i casi di automobilisti che prendono le fermate degli autobus come parcheggio personale, gratuito e senza limiti di orari».

Una dinamica che, viene contestato, non trova un argine nell'azione della polizia locale.

«Per questo - sottolinea Zobele - vorremmo fare un appello al senso civico e alla coscienza dei nostri concittadini: come consideriamo un atto incivile e vergognoso parcheggiare negli stalli previsti per i disabili o occupare la corsia dell'ospedale riservata alle ambulanze in emergenza, altrettanto dovremmo ricordarci che, impedire all'autobus di accostare correttamente alla fermata, significa mettere in seria difficoltà tanto gli utenti più fragili quanto la sicurezza stessa del servizio. Ricominciare a dare l'esempio oggi, significa portare alla giusta mentalità domani».

Esempio che, argomenta Zobele, è «l'elemento indispensabile per avere successo nel delicato e complesso compito dell'educazione dei giovani. Perché possiamo riempirci la bocca di stentorea retorica e predicare il giusto toccando le più alte corde morali; ma se questo non viene poi concretizzato nel nostro vivere quotidiano, alle orecchie di chi ci ascolta rimarranno solo parole vuote e incoerenza.

Come trasporto pubblico abbiamo l'onere e l'onore di traghettare ogni giorno migliaia di cittadini da una parte all'altra della nostra vallata, molti dei quali giovanissimi studenti. Studenti che si spostano quotidianamente e che, di conseguenza, osservano, apprendono, e infine emulano il mondo adulto. E cosa osservano? Automobilisti menefreghisti che parcheggiano sugli stalli degli autobus».

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