Scuola / Il caso

Petardo e gavettoni contro i poliziotti: altro atto ostile alle forze dell’ordine da parte di alcuni studenti del Veronesi

È successo mercoledì mattina, 4 ottobre, quando quattro agenti in borghese, che stavano chiacchierando tra loro davanti all'ingresso del commissariato di via Sighele, sono stati bersagliati da un grosso petardo lanciato dalle finestre della limitrofa scuola professionale

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Un petardone in faccia e poi secchiate d'acqua. Il tutto contro dei poliziotti. E non stiamo parlando di dinamiche, per quanto gravissime, nell'ambito di una manifestazione di protesta contro un ipotetico sopruso da parte delle forze dell'ordine, ma di quanto successo all'esterno di una scuola superiore della città: il Cfp Veronesi di piazzale Orsi. L'episodio non è stato provocato in alcun modo. È successo mercoledì mattina, 4 ottobre, quando quattro agenti in borghese, che stavano chiacchierando tra loro davanti all'ingresso del commissariato di via Sighele, sono stati bersagliati da un grosso petardo lanciato dalle finestre della limitrofa scuola professionale.

E quando i poliziotti, increduli, si sono avvicinati per verificare quanto successo, dalle stesse finestre sono state lanciate secchiate d'acqua. Che, per la cronaca, non hanno colpito nessuno, ma l'«assalto» non ha certo lasciato fermi i poliziotti che si sono presentati all'ingresso della scuola chiedendo spiegazioni alla dirigente Laura Scalfi (nella foto, ndr). La quale per parte sua ha allargato le braccia, consegnando l'elenco con i nomi degli studenti presenti nelle aule che si affacciano su via Sighele. Non bastasse, alla reazione degli agenti all'attacco - il petardo è stato lanciato non certo per colpire qualcuno ma come una sintomatica protesta - la risposta dei ragazzi è stato un insulto continuo: «Sbirri di m...».

Purtroppo, per quanto riguarda il Cfp Veronesi, ci sono diversi precedenti dell'episodio. Certo, si può parlare di assenza di valori, della scuola che non educa. Ma l'inveire contro le forze dell'ordine non è certo un bel messaggio. Specie se arriva da adolescenti che dovrebbero avere il rispetto per chi, ogni giorno, pattuglia il territorio per evitare guai alla gente.

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