Sanità / Strutture

Il magazzino dell’ospedale di Rovereto è inagibile, esplodono le polemiche

Attività e sette addetti trasferiti a Villa Lagarina. Da alcuni anni vengono segnalate infiltrazioni d'acqua dal solaio sotto la cucina, che è un ambiente di 500 metri quadri, al magazzino sottostante

di Francesco Terreri

ROVERETO. Nelle scorse settimane era stato puntellato per rimediare ai danni provocati da infiltrazioni d'acqua. Ora l'Azienda sanitaria provinciale ha deciso il trasferimento del magazzino dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto presso la struttura di Villa Lagarina perché lo spazio attuale è inagibile.

Non c'è pericolo di crollo, sottolineano i responsabili dell'Azienda, ma occorre fare dei lavori e l'attività non può proseguire nell'attuale sede. I sette addetti vengono quindi trasferiti fuori Rovereto, sia pur a soli cinque chilometri di distanza.

Ci sarà più lavoro da fare per trasportare il materiale da Villa Lagarina all'ospedale e quindi il personale viene aumentato di due unità. Ma i sindacati non sono tranquilli. Ci sono problemi per lo spostamento del personale. E si chiedono garanzie sulla cucina del Santa Maria del Carmine che si trova proprio sopra il magazzino.

La situazione dell'ala del nosocomio roveretano che comprende cucina e magazzino è stata sollevata dalle organizzazioni sindacali e da un'interrogazione del consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella (l'Adige del 22 giugno).

Da alcuni anni vengono segnalate infiltrazioni d'acqua dal solaio sotto la cucina, che è un ambiente di 500 metri quadri, al magazzino sottostante. Come ha spiegato all'Adige l'ingegner Debora Furlani, direttore del Dipartimento infrastrutture dell'Azienda sanitaria, nel 2015 c'era stato il completo rifacimento dell'impermeabilizzazione del perimetro, ma nel 2018 i percolamenti erano ripresi e sono state sistemate delle lamiere di raccolta. Qualche settimana fa ha ceduto una soletta in un punto che non sembrava interessato dall'umidità. Da qui la decisione del puntellamento.

Che però non basta. In attesa della definizione dei lavori necessari per la sistemazione dei locali, che devono essere concepiti in modo da non impattare sulle attività sanitarie, l'Azienda sanitaria comunica che si rende necessario il trasferimento del magazzino presso la struttura di Villa Lagarina, con contestuale trasferimento del personale, formato da sette lavoratori e lavoratrici. Inoltre, dato che il materiale va trasportato da Villa Lagarina a Rovereto, c'è bisogno di altri due addetti, già richiesti al competente servizio della Provincia.

Per quanto riguarda la cucina, Azienda e Provincia sono tranquille sulla tenuta e quindi attività e personale, una decina di addetti, non vengono trasferiti e continuano a lavorare nella sede attuale.

«Nel prendere atto della vostra comunicazione in merito a problemi di staticità di parte della struttura ospedaliera, la scrivente è a chiedere ulteriori dettagli per meglio comprendere quale sia la reale portata dei problemi riscontrati e ancora non comunicati, magari per carenza di informazioni» scrive la Cisl Funzione pubblica in risposta alla comunicazione dell'Azienda.I sindacati sono preoccupati.

«Siamo coscienti - affermano Alfio Traverso e Giuseppe Pallanch della Cisl Fp - che quanto riportato ora dalla Azienda provinciale per i servizi sanitari sia una situazione che non troverà soluzione nei prossimi anni e le ragioni del trasferimento delle attività di magazzino sono purtroppo reali». Si comprende la necessità urgente di trasferire le attività «ma non certo la sede di lavoro del personale che si vedrebbe riassegnare a chilometri di distanza, tra l'altro con enormi difficoltà di trasferimento».

In merito alle attività della cucina, che si trovano proprio sopra il magazzino, la Cisl chiede «relazione tecnica urgente che certifichi la messa in sicurezza del solaio, della porzione di struttura afferente al danno strutturale e non ultimo la garanzia scritta che il personale di cucina e dei piani superiori lavori in sicurezza». Problemi in cucina sono stati esclusi dai tecnici, ma i sindacati chiedono garanzie di sicurezza.

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