Rovereto / Il caso

Polo scientifico-industriale all'ex Merloni sud: piano urbanistico da ridefinire

La Provincia spinge per un rapido avvio dei lavori del futuro spazio dedicato alle scienze della vita, ma dovrà prima confrontarsi con il Comune. Sullo sfondo i due fallimenti dei progetti per far approdare in Vallagarina il Cibio e della realizzaizone dello stesso nuovo polo in Manifattura

ROVERETO. Il mandato da Piazza Dante è chiaro: il terzo polo a cavallo tra industria e ricerca, il cosiddetto nuovo "Polo per le scienze della vita", non potrà restare per troppo tempo solo annuncio.

Anzi, nel giro di qualche mese, si dice in ambito Lega, Rovereto dovrà vedere le prime prove tangibili del grande progetto provinciale che rappresenta di fatto l'ultima occasione per la giunta Fugatti di portare a casa qualcosa di importante nel settore per la città della Quercia, dopo il doppio fallimento in fila prima del trasferimento in Manifattura del Cibio (bloccato dalla "rivolta" dei docenti di fronte all'idea di lasciare Povo per Borgo Sacco) e poi della realizzazione, sempre in Manifattura, dello stesso "polo della vita", che oggi viene rilanciato e spostato lungo l'asse della Ss12, nel pieno centro, al posto dei vecchi capannoni della Merloni.

Nell'attesa dei primi colpi di ruspa, alla Provincia resta ancora da affrontare lo scoglio urbanistico. Perché l'area scelta, di proprietà di Trentino Sviluppo, al momento è destinata alla sola industria pesante. E per modificarne la destinazione, occorre per forza sedersi al tavolo con il Comune di Rovereto, visto che la competenza è strettamente comunale. Palazzo Pretorio peraltro per parte sua, per voce dell'assessore competente Andrea Miniucchi, si dice disponibilissimo a sedersi al tavolo con l'assessore provinciale Achille Spinelli e i suoi tecnici.

«Bene che venga l'università - commenta - e bene che si investa su Rovereto. Pronti a portare al tavolo di lavoro congiunto le esigenze urbanistiche della città, che devono trovare risposta. I temi principali saranno ovviamente la viabilità e ancor prima la "ricucitura" dell'area tangente la Statale con il resto della città. Se vogliamo rispettare tempi stretti, occorre mettersi subito al lavoro».

Per ora il nuovo "Polo per le scienze della vita" è un mega progetto, figlio del protocollo di un anno fa (quando si pensava di farlo in Manifattura, salvo poi scoprire che non c'erano gli spazi necessari), ma di concreto non c'è molto, a parte l'impegno politico che la giunta Fugatti, e soprattutto Spinelli, stanno spendendo nella partita, che contano di finanziare anche con i fondi del Pnrr: «Importante possibilità di finanziamento - scrivevano in una nota congiunta Provincia, Comune ed università - che il Pnrr, e più in generale i fondi europei, hanno aperto: risorse per infrastrutture di ricerca, per il trasferimento tecnologico e la formazione».

Il piano del terzo polo porta come corollario la ridefinizione generale dei compiti e delle specificità dei tre distretti: «Al Polo della Manifattura i temi dell'energia, delle fonti rinnovabili e dell'Edilizia sostenibile 4.0. Al Polo della Meccatronica i grossi gruppi industriali che avvieranno attività anche legate alla robotica. E al polo delle scienze della vita, laboratorio di ricerca e ampi spazi per l'insediamento delle aziende. Il polo sarà vicino alla nuova mensa che sarà collocata presso l'ex Peterlini».«I tre poli avranno un evidente effetto anche sull'urbanistica di Rovereto.

Con la chiara identificazione delle diverse aree e mettendo in sinergia i tre poli in un unico circuito dedicato a ricerca, innovazione e tecnologia, si punta parallelamente a traslare la connessione tra i poli di ricerca in una osmosi tra le diverse anime urbane, in una nuova caratterizzazione di Rovereto come città attrattiva di insediamenti universitari, scientifici e produttivi di alto profilo generando contestualmente un nuovo sistema di vivibilità e sviluppo»: sulla carta, le buone idee di sviluppo ci sono, ambiziose e di prospettiva. Ora si deve lavorare. Staremo e vedere. Ma.Pf.

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